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COMUNICAZIONE E PROMOZIONE
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DIREZIONI (ANNI) ZERO - a somewhere between document
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Direzioni (Anni) Zero è un mediometraggio / documentario indipendente girato tra Milano
e Torino nel Marzo del 2011, con protagonisti i componenti e le canzoni della band
underground dei Somewhere Between. La storia del gruppo, paradossale e a tratti
volutamente naïf, è l'espediente simbolico per esprimere una velata quanto allegorica
fotografia della cosiddetta "generazione anni zero" del primo decennio italiano degli anni
duemila .
Italia, 17 Marzo 2011. Tra le strade di una Torino post-olimpica e immersa nel pieno delle
celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, il film ripercorre la storia dei Somewhere
Between. Ironici, distaccati, stralunati, i caratteri di questa misconosciuta
"(under)underground" band riflettono l'intrecciarsi di diversi registri stilistici. Un sottile e
velato alternarsi tra finzione e realtà mira a svelare l'entusiasmo e le difficoltà di
affermazione di una giovane generazione da poco reduce dal primo e forse indefinibile
decennio degli anni duemila, quando sogni, speranze, ambizioni non sono mai apparsi
così sfocati. Uno spaesamento perso e a metà strada ("somewhere between", appunto) tra
il sotteso e l'indefinibile, ma anche tra la fine dell'adolescenza e l'inizio dell'età adulta,
dalle cui responsabilità non si può, inesorabilmente, fuggire.
Quello che colpisce di Direzioni (Anni) Zero è la semplicità con la quale riesce a confrontarsi il giovane videomaker Alessandro Riva, regista della docufiction, con fatti accaduti relativamente poco tempo fa. In questi (Anni) Zero così senza passato, presente e futuro, dove il tempo scorre come linea piatta ci troviamo catapultati a qualche anno fa, in un 2007 dove a far da scenario c'è una Torino post-olimpica cambiata e smarrita. I Somewhere Between come simboli invece di una generazione senza padroni, realmente questa volta, votata alla sopravvivenza e alla speranza eterna di un domani migliore. Dei "reduci" come li definisce Alessandro. Una band, i suoi sogni, che svaniscono per una serie di motivi, i soliti vecchi problemi di migliaia di band, raccontati e dispiegati in una grigia Torino pronta a celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia. Un'Italia matrigna che invece di custodire i suoi tesori spesso e volentieri li porta al suicidio, seppur figurato ed immaginario.
Un'opera che si ritaglia un piccolo spazio in questo periodo storico che trova anche bellezza nella sua complessità.
"All'inizio ero partito con l'idea di un mediometraggio di fiction corale, un intrecciarsi di più
storie parallele, che, inserite in uno snodo narrativo essenziale quanto volutamente
evanescente, riuscisse a raccontare quel tipo di spaesamento e assenza di direzioni che
una buona parte della mia generazione si è ritrovata a vivere in Italia nell'arco degli ultimi
dieci anni, in termini di rapporto con i propri sogni, ambizioni e ricerca di una precisa
identità. A un certo punto mi sembrava però che le vicende che idealmente volevo
raccontare non riuscivano a delinearsi efficacemente. Così, per inesperienza o molto più
probabilmente per eccesso di pretese, il progetto si era arenato.
Proprio quando ero sul punto di rinunciare del tutto all'idea di affrontare un tema così
indefinito, complesso e forse persino un po' trito, sono tornato accidentalmente in
possesso del materiale video che nel 2007 girai assieme a una indie-rock band di Torino
scioltasi quasi un anno dopo, i Somewhere Between. Da lì l'idea di adattare la storia di
questa band misconosciuta al tema iniziale, provando così a recuperare l'idea della
metafora generazionale, condotta però attraverso un linguaggio da cinema verité: votato
all'improvvisazione, senza una vera e propria sceneggiatura, dove il confine tra la fiction e
il più classico dei "rockcumentary" underground si facesse il più ibrido possibile, e dove
trattare la storia di una band rimasta nell'anonimato come qualcosa di rilevante potesse
assumere i contorni del simbolico.
Con lo sguardo curioso di chi viene "da fuori", ho cercato così di ritrarre una Torino che, in
concomitanza con le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, mi era sembrata
ambientazione e specchio ideale della condizione di "reduci" che personalmente mi sento
di attribuire a parte della mia generazione. In molti di noi è maturata la consapevolezza di
essere appena riemersi da quello che - con ogni probabilità - è stato il decennio più
incerto e confuso per essere cresciuti. Siamo usciti dall'adolescenza con la sensazione
costante di vivere in un periodo di transizione e decadenza, avvertendo come
irraggiungibili e inadeguate le proprie aspirazioni, in un Paese sotto molti aspetti sempre
più ai margini della contemporaneità."
(Alessandro Riva)
www.youtube.com/watch?v=rviusaTiA-o
www.facebook.com/pages/Direzioni-Anni-Zero/148937988542678
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