lunedì 30 giugno 2008

Chiloe live - roma, 18/6/08

(5/6 di Chiloe - foto di Nausicaa Garritano)


Con vari ed eventuali gorni di ritardo eccomi qui a raccontarvi di un concerto, ma soprattutto ad utilizzare il concerto stesso strumentalmente (e vocalmente) per raccontarvi di un gruppo: il concerto è stato quello che i Chiloe hanno tenuto a Roma, al Cineteatro 33, il 18 giugno. Il gruppo, non lo indovinereste mai, è quello dei Chiloe.


Sempre allo scopo di farvi leggere dei post sensati e privi di ridondanze, per le informazioni sul gruppo potete guardare il loro sito, comprendente parole e suoni del gruppo, "ma anche" la biografia che la vostra adorata rivista vi mette a disposizione se ce la chiedete. Passiamo quindi al succo della questione, che in sintesi diventa spesso "sì, ok, ma che ci facciamo con tutta questa world music?".Eh sì, i Chiloe non prendono mica il nome a caso aprendo un atlante bendati, no no. Scelgono il Cile perché il loro rapporto con quella terra è forte, parte da lontano e li prende da molto tempo. Qualcuno sentirà retrogusto di Inti Illimani e si insospettirà, ma è il gruppo stesso a rassicurarvi: sì, è proprio da lì che si parte, e talvolta è anche lì che si torna, o che si sta. Siamo però lontani sia dalla cover band sia dalla triste cartolina musicale scopiazzata, per un sacco di motivi. Per esempio i Chiloe suonano dalla fine degli anni '70, conoscono gli Inti Illimani di persona, sono molto lontani da ideologizzate ed involontarie parodie finto-esotiche del mondo... insomma, suonano una musica che ha anche riferimenti chiari e dichiarati, ma fanno la loro strada, tutta.

(i Chiloe al completo - foto di Chiri305)


La scaletta del concerto ha messo sul piatto le cose che il gruppo ama, quindi brani originali a marchio Chiloe ma anche Guccini, De Andrè, musica napoletana e poche altre cose "commerciali" in quello che col sorriso la voce maschile del gruppo, Domenico Amicozzi, ha chiamato lo spazio piano bar della serata, e poi... certo, è inutile che fate quella faccia a dire "tanto lo so che...", certo, gli Inti Illimani. Il tutto in un palco a composizione cangiante, con il sestetto intento praticamente ad ogni brano in qualche cambio o scambio di strumenti.



La resa del concerto, talvolta penalizzata dal fatto che per problemi contingenti non è stato possibile usare nel modo consueto l'effettistica, è stata comunque elevata, sia per la perizia dei musicisti sia per la loro capacità di non "addormentare" mai l'atmosfera. E' complicato e forse anche poco sensato far valutazioni che non siano d'insieme, ma sfruttando il pretesto di onorare l'elemento femminile del gruppo possiamo lasciarci scappare che la voce di Barbara Cestoni ha lievità, forza e versatilità dosate nei modi giusti quando occorre.



Insomma, ascoltateli e semmai contattateli senza accontentarvi di comprare i loro lavori: scoprirete immediatamente che scambiare parole con loro è un valore in più.

lunedì 16 giugno 2008

Nuove recensioni su Music on TNT

15/06/2008 - Hiromi - Beyond standards, recensione.

Nuovo album per una pianista giapponese molto promettente e che... mantiene già molto! A cura di Pier Luigi Zanzi.

15/06/2008 - Yellowjachets - Lifecycle, recensione.

"Rituale" appuntamento col grande gruppo fusion che torna ancora, forte come (quasi?) sempre. A cura di Pier Luigi Zanzi.

domenica 8 giugno 2008

Melisma live, 5/6/08, Roma

Ci siamo stati. I Melisma dal vivo sono bravi, simpatici e... belli, anche se poi a dirlo dovete fare i conti col sorriso di Francesco Petti, la chitarra (e colui che la suona, anche) del gruppo.
E' che a Roma capita un po' di tutto, capita di ascoltare roba decisamente dimenticabile in posti piuttosto rinomati e capienti, così come capita di sentire i Melisma in uno stabile occupato in zona università, con ingresso a sottoscrizione libera che per troppi è stato probabilmente libero e basta, il che non è bello perché la musica, la fatica, il lavoro, il tempo, la passione costano sempre. Insomma vogliamo i Melisma dal vivo in giro per Roma, pur ovviamente con tutto
il rispetto per il luogo che li ha ospitati.
Che musica fanno i Melismia? Ho capito, però senza che io debba star qui a scrivere cose che stanno già altrove potreste, che so, dare un'occhiata in rete per poi tornare qui all'istante, no? Abbiam mica paura della concorrenza... Ecco, facciamo che ora siete tornati e sapete un sacco di cose: per non rendere inutile la recensione vi racconto allora che dal vivo i nostri sono un divertimento di bravura e simpatia, con una fusione leggera, non didascalica e sapientemente calibrata tra generi e pezzi di mondo diversi, non solo musicalmente blaterando (quando si parla di commistioni musicali si finisce quasi sempre col blaterare, quindi ho messo le mani avanti). Ecco allora che l'Italia ma anche mezza Europa passano per un palco che via via si fa più vicino al pubblico, e in una
danza russa lo contiene allargandosi verso le sedie senza carnevalate e solo con la gioia di formare coppie e ballare come si è capaci di fare, senza scimmiottamenti di genere.
Ciascuno dei musicisti sa cosa fare e lo fa bene, di suo e insieme agli altri, anche se nessuno ci tiene a sottolineare quali esperienze musicali abbia (cosa che, viste le appartenenze a ensemble diretti per esempio da Riccardo Muti, poteva tranquillamente essere accennata e invece è volata attraverso una mezza battuta che chi non sapeva ha ascoltato ridendo senza far collegamenti con la realtà). Loredana Mauro è speciale per il gruppo perché sa essere il centro del palco, sa essere
il folletto e la donna, sa integrare pezzi diversi dello stare in mezzo alla scena a prender l'attenzione e sa farlo senza strilli né circensi pretesti.
Potrei continuare per parecchio, ma il punto è che costoro vanno visti, bisogna parlarne necessariamente poco perché anche il loro suonare non è far fiulosofia della musica -anche se di musiche ce ne sono-, non è dar prove di bravura -anche se bravi è stata la parola più detta attorno a me-, non è chiacchiere ed è distintivo.
Andate a vederli, seguiteli. Se poi vi piaceranno ce lo direte (o anche se non vi piaceranno), ma il viaggio vale.

mercoledì 4 giugno 2008

melisma in dorganiscordati

Fosse per noi li avremmo segnalati prima, ma siccome possiamo ben dire che è colpa loro ecco che a un giorno dal concerto vi segnaliamo un evento live interessante e di valore per un gruppo che... insomma, facciamo così: leggete il comunicato, ecco.
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Venerdì 6 giugno 2008
Ore 21,30
Presso ACT
Via de Lollis, 6
(San Lorenzo)Roma

INGRESSO LIBERO E LIBERA SOTTOSCRIZIONE

Melisma
in
Dorganiscordati
ovvero La padella del Conte
Concerto-spettacolo per tutti i sensi

Testi tratti da Enzo Moscato, Gianni Rodari, Manlio Santarelli, Hans Christian Andersen.

CON
VOCE LOREDANA MAURO
CHITARRA FRANCESCO PETTI
CONTRABBASSO MARCO CUCINIELLO
VIOLA GERARDO VITALE
FISARMONICA ROBERTO VACCA
BATTERIA EMANUELE ESPOSITO

Dorganiscordati…

Gli organi scordati sono quegli strumenti musicali umani e perciò imperfettamente accordati tra loro, sono corde e pistoni e membrane, strumenti con una "anima" e quindi soggetti anche a emozioni, a simpatie o antipatie, quasi capaci di iniziative personali. Ma sono anche quegli organi scordati, cioè dimenticati, cuore e stomaco prima di tutto, sedi privilegiate di amore e rabbia, sentimenti da uccelli in gabbia da cui "nasce e si eleva il canto", i sentimenti di chi, consapevole della propria condizione di prigioniero, non sa o non può "schierare" le proprie ali.

…La padella del Conte…

Il concerto-spettacolo dei Melisma è un itinerario sghembo che si snoda tra pop, folk, musica classica e altro, sempre in bilico tra serio e burlesco, con parole che attraversano la musica come note a margine di uno spartito, dove il gioco con e sulla musica è sempre vivo: il gioco, spesso assente sulle scene seriose della musica commerciale, riprende il suo posto tra gag, errori e stonature.

…per tutti i sensi.

E se ogni attività artistica è anche una lotta, questo bazar di suoni, visioni, odori, sapori e contatti è anche una lotta per cercare di riconquistare tutti i sensi dell'uomo, anche quelli cosiddetti vietati.