venerdì 27 aprile 2007

Maria Pia De Vito - Body at Work

Concerto romano di ieri sera, a La Palma. Maria Pia De Vito non ha paura
di "cantare la voce" senza chiudersi nei generi, e sfodera ancora una
volta le armi del suo fascinoso cercare con una configurazione sonora
inusuale, dal suono diretto e nudo.

Maria Pia De Vito: voce, live electronics, pianoforte
Michele Rabbia: percussioni, elettronica
Jean-Paul Celea: contrabbasso
Maurizio Giri: sound programming e manipolazione elettronica

Le esplorazioni riguardano la poesia, il pop, il jazz, il rock, la
letteratura, l'uso del corpo, la materialità di questa musica e del suo
stare sul palco. Ci sono Bjork, Gabriele Frasca, Satie... è un invito al
viaggio, anche mentale e di una concretezza da inventare, se si vuole,
ma che fa parte di quelle musiche, e in generale di quel modo di fare
arte, che vorrei avessero spazio e possibilità ampie per esistere,
perché coinvolgono chi ascolta rendendo quel viaggio personale ed unico
per ciascuno.

mercoledì 25 aprile 2007

Animato

Ieri, perché sì, ho ripreso un vecchio CD, sullo scaffale da tempo,
ascoltato negli anni decine e decine di volte, posseduto più o meno da
quando è uscito. John Abercrombie, Animato. E' ECM, per cominciare, così
come lo sono tanti lavori di Abercrombie. Essere un CD ECM significa già
alcune cose. E' uno stile, una presenza. L'ascolto si rivela nel tempo
in armonia con il mutare delle cose, col passare dei tempi, delle
stagioni, delle emozioni. Non sono tantissimi, lo sapete tutti, i
dischi, i suoni che durano nel tempo, capaci non solo di riportare alla
mente con facilità ricordi e sensazioni, ma anche di costruirne di nuovi
con la stessa semplice efficacia e profondità con cui lo hanno fatto già
la prima volta, o la seconda, o altre ancora. Questo CD è tra quei non
molti. Chitarra elettrica, i synth di Vince Mendoza e la batteria di Jon
Christensen. Il genere, come spesso accade quando teste pensanti diverse
per estrazione e stili si incontrano, non c'è, ma la tensione meditativa
che innerva moltissimi momenti di questo lavoro ha la capacità di entrar
dentro e sollecitare quasi elettricamente lo stesso avvio di percorso
interiore.
Non stanchiamoci di cercare, sembra dirmi.

domenica 22 aprile 2007

Vollenweider - concerto e (in arrivo) intervista

Ho assistito al concerto di Andreas Vollenweider a Roma; è stato uno
spettacolo estremamente piacevole, ricco di una musica in grado di
rilassare, capace di dare a ciascuno la possibilità di lasciarsi
viaggiare dentro. A breve pubblicheremo l'intervista... "stay tuned",
usava dire...!

mercoledì 11 aprile 2007

Signora mia

Son qui che ascolto una radio sul web mentre faccio altro. Led Zeppelin, Whole lotta love. Prima Jimi Hendrix. Partono quasi involontarie le consuete considerazioni su quel che viene
offerto ora, che veniva offerto prima... e le evidenti, diciamo banali differenze. La percezione è che proprio il mercato fosse diverso, altro discorso già fatto. Prima si vendevano le idee come si vendeva musica d'evasione. Ora si vendono soprattutto suonerie. E' impressionante non
per una questione moralistica, ma per motivi semplici: la suoneria suona inevitabilmente male; la suoneria suona quando qualcuno ti chiama, mica quando vuoi musica; la suoneria dura il tempo di rispondere. E' impressionante, il mercato è un ritornello. Neanche tutto, alla fine.
Basta un bell'intro di ritornello.
Personalmente non è che io guadagni qualcosa dallo scandalizzarmi. Semplicemente, a mio figlio magari faccio sentire le canzoni dall'inizio alla fine e su due cassa decenti. Di fare il figo mi importa poco, anche perché tanto l'Hi-Fi ormai è roba da rompiscatole, a quanto pare. Faccio
così perché trovo divertentissimo, oltre che banalmente essenziale, che si senta cosa fa il basso mentre i patti fanno quell'altra cosa; trovo bellissima la musica, tutta, perché suona; trovo bello il valore di tutta 'sta roba nella mia vita.
Il discorso sta diventando da matusa. Giuro che non lo è, che le suonerie mi divertono un sacco e via dicendo. Parlavo solo per amore della musica, che è bellissima.

domenica 1 aprile 2007

Torna Andreas Vollenweider...

E' stato un parto della new age? Un suonatore per supermercati? Un
musicista sensibile? Il costruttore di sonorità e melodie affascinanti?
Il pubblico è sempre piuttosto diviso (la critica un po' meno) sulle
opinioni riguardanti Andreas Vollenweider, un tipico arpista
elettroacustico svizzero (un po' come gli orologi o la cioccolata) che a
Maggio sarà a Roma, all'auditorium. Vengo da più di vent'anni di ascolto
di Vollenweider, lo apprezzo -sostenuto o contrastato da amici e
parenti- dai primi anni '80 e trovo nella sua musica molte cose belle.
Purtroppo la new age è stata anche e spesso soprattutto un fenomeno di
mercato, e tanta paccottiglia ha reso il tutto un brodo in cui è
diventato complicato scegliere. Vollenweider ha melodie semplici e
lineari, arrangiamenti curati, un sound molto affascinante e pieno
derivante dall'elettricità con cui la sua arpa è stata modificata e resa
più profonda sui bassi e non burinamente decorata di effettistica. Vi
consiglio un assaggio. Su CD molte cose sono a prezzo ridotto, il doppio
live è un bel disco... fate voi! Ovviamente siamo a disposizione per
suggerimenti.