venerdì 30 ottobre 2009

SUNSET MUSIC - Gran Torino (colonna sonora)

A volte è strano come si muove il mercato discografico.
Vengono stampate e vendute le colonne sonore di film veramente orrendi con musiche altrettanto orrende. Altre volte invece colonne sonore stupende non vengono pubblicate oppure diventano in pochissimo tempo introvabili.

E' il caso della colonna sonora del film GRAN TORINO di Clint Eastwood distribuita in poche copie per la stampa, ma mai pubblicata per il pubblico.


Il film racconta il rapporto che si crea tra un veterano della guerra in Corea, rimasto solo in casa a causa della morte della moglie, e una famiglia asiatica da poco trasferita nella casa a fianco.
Clint Eastwood qui e lontanissimo sia dal fotografo de "I ponti di Madison County" che dal preparatore di "Million Dollar Baby". Sembra piu' il sergente "Gunny", anche lui veterano di Corea, ma con molta piu' amarezza nel cuore e una forma di razzismo verso gli asiatici.
Nonostante il tono mediamente agro-amaro del film, ci sono splendidi sketch di Eastwood inseme al barbiere italo-americano che fanno sorridere.
Un film che mi è piaciuto molto.

Il titolo del film non è altro che il nome della Ford Gran Torino, auto storica americana degli anni '70, la stessa di Starsky e Hutch. Qui vi riporto la pubblicità di quegli anni.


Tornando alla musica, la colonna sonora è stata scritta da Kyle Eastwood (figlio di Clint) e Michael Stevens. Fondamentalmente non sono musiche che si posso slegare alle immagini del film in quanto sono brevi brani di qualche minuto stettamente strumentali (molto pianoforte e orchestra) e fondamentalmente descrittivi che servono a sottolineare i bei dialoghi e i molti silenzi del film.


Ma la colonna sonora contiene un gioiello incredibile, un piccolo diamante che mi mette i brividi ogni volta che la ascolto. La canzone si intitola "Gran Torino" come il film e la si sente quando partono i titoli di coda alla fine del film. Inizia con la voce roca e quasi sussurrante di Clint Eastwood e continua con quella di Jamie Cullum. Sembra quasi una ninna nanna, con il testo che racconta delle emozioni guidando una Gran Torino, i suoni del suo motore e i ricordi che questo procura al guidatore... culminando nella bellissima frase

"Your world
Is nothing more
Than all
The tiny things
You've left
Behind"

Il tuo mondo
non è niente più
che tutte
quelle piccole cose
che hai lasciato
dietro di te

Basta una canzone così perchè io desideri comprare il CD.
E invece il CD è introvabile: ho cercato ovunque... Ebay, Amazon, siti di tutto il mondo..... niente.

Per fortuna in questi casi ci viene incontro Youtube dove è possibile trovare la canzone in due versioni.

La prima quella con Clint Eastowood e Jamie Cullum (ma non ci sono immagini)



La seconda è il video ufficale con immagini del film (con solo Jamie Cullum)



Se dovesse interessarvi comunque è possibile acquistarla in mp3 in entrambe le versioni sui vari siti come ITunes e Play.com. Come ho già detto è proprio un peccato che non pubblichino il CD di questa colonna sonora o per lo meno il CD-single della canzone. Misteri del mercato discografico.

Buon ascolto

mercoledì 21 ottobre 2009

Dino Betti Van Der Noot - God save the earth

E' con gigantesco piacere che ho saputo del nuovo lavoro di Dino Betti, musicista "e quant'altro" che ad ogni passo sonoro sa dare un po' di più del passo precedente.
Ho ascoltato più volte il disco (finché si può dire disco continuiamo...) dall'inizio alla fine, come si doveva e come non si doveva -talvolta in qualche faccenda affaccendato-, mentre mi sarebbe bastato dar retta ai maestri, che ci sono apposta per insegnare a noi che, zittini, dovremmo eseguire senza discutere troppo e poi semmai osare altro: è nelle note di copertina di Fayenz, bisogna ascoltare questo progetto da soli in cuffia. Cavolo, c'è scritto con chiarezza; perché non l'ho semplicemente fatto subito? Sono sparite sensazioni non chiare, idee indefinite... bastava dar retta...
Tant'è. Splendido episodio di jazz moderno, contemporaneo nel senso e nel tempo presente del termine; rispetto al precedente lavoro sembra che l'approccio sia stato, forse d'animo prima ancora che concretamente musicale, diverso. La sensazione complessiva è quella di un orchestratore che, prima, si è accertato che i musicisti amassero il pianeta Terra e che sapessero suonare con uno spirito a lui (il pianeta, dico) vicino. Tutto sembra progredire, compositivamente e nel flusso improvvisativo, in un continuo stare a contatto con la terra e sollevarsi appena, liberi e consapevoli d'essere qui. La struttura dei brani, la parte composta su cui i musicisti hanno potuto lavorare, sembra voler essere proprio un terreno, un letto di fiume ampio, una distesa di confini ma larga da abitare, in modo che fosse chiaro e più istintivo possibile per ciascuno realizzare in modo organizzato e d'incontro con le altre libertà la propria.
La batteria è in questo senso più volte determinante nel chiarire che né un ritmo netto né un disordinato guardarsi intorno a caso potrebbero descrivere adeguatamente il selvatico rigore terrestre, e per questo proprio in armonia con l'incedere del drumming l'orchestra materializza nelle individualità e nell'insieme quel che il free non riesce da solo a rendere compiuto e quel chela tradizione jazz per big band non riesce a far fiorire senza rigidità.
La celebrazione di un pianeta è affidata quasi al far parlare il pianeta stesso tramite la musica: fluido, incalzante, urgente, lirico proprio quando si fa terrigno: questo è l'omaggio di Dino Betti al luogo in cui viviamo tutti a miliardi; ve lo consiglio senza pensarci un attimo come pure dopo averci pensato, e dopo aver sentito. Questa è una delle non molte nuove strade che il jazz può avere per dirsi nuovo, oggi, e questa è musica bella, capace di raccontare non di sé ma attraverso sé.

martedì 20 ottobre 2009

SUNSET MUSIC - Porcupine Tree - The Incident (2009)


E' da poco uscito il nuovo doppio disco dei PORCUPINE TREE dal titolo THE INCIDENT.

E' un disco che ha un po' "spaccato in due" gli estimatori: si passa da quelli che lo considerano un capolavoro a quelli che lo denigrano a banale scopiazzatura dei Pink Floyd (di Animals soprattutto).
Ammettendo le notevoli influenze floydiane, devo dire che io mi avvicino decisamente ai primi.
Ritengo questo un ottimo disco dove si passa da momenti acustici/intimisti ad altri durissimi (tendenti al metal) ma con una naturalezza notevole.
Il primo disco contiene la lunga suite di quasi un'ora che da il titolo al disco THE INCIDENT. Questa suite è divisa in 14 "sottocapitoli"

  1. Occam's Razor (1.56)
  2. The Blind House (5.47)
  3. Great Expectations (1.26)
  4. Kneel and Disconnect (2.03)
  5. Drawing the Line (4.43)
  6. The Incident (5.20)
  7. Your Unpleasant Family (1.48)
  8. The Yellow Windows of the Evening Train (2.00)
  9. Time Flies (11.40)
  10. Degree Zero of Liberty (1.45)
  11. Octane Twisted (5.03)
  12. The Seance (2.39)
  13. Circle of Manias (2.19)
  14. I Drive the Hearse (7.21)
mentre il secondo disco è quasi un EP che contiene quattro brani

  1. Flicker (3.41)
  2. Bonnie the Cat (5.45)
  3. The Black Dahlia (3.40)
  4. Remember Me Lover (7.31)
Personalmente il secondo disco lo trovo quasi un "bonus per fan" di cui non si sente la necessità.
I PT sono grandi nella lunga suite. Ma visto che è difficile trasmettere a voce (o per iscritto) la bontà di un disco vi posto il filmato del brano che ritengo migliore nel disco dal titolo TIME FLIES (qui in versione ridotta, tutto il brano dura in realtà quasi 12 minuti)



Se andate su Youtube potete trovare altri brani del disco.

Nota puramente audiofila: il disco è uscito, oltre che in CD, in doppio LP 180 gr. che in CD ed è registrato magistralmente (Steve Wilson "guida" dei PT è un amante del buon suono, aborrische gli mp3 e company, e non manca di sottolinearlo in tutte le sue interviste)

Concludendo... è un disco che consiglio vivamente.

Segnalo infine che i PT sono al momento in tour e a breve saranno anche anche in Italia.
Ecco le date (i biglietti sono acquistabili anche su TicketOne )

04 Nov 2009 MILANO - Alcatraz
05 Nov 2009 ROMA - Atlantico
06 Nov 2009 BOLOGNA - Estragon
07 Nov 2009 PADOVA - Teatro Tenda

I concerti sono suddivisi in due parti: nella prima prevedono la presentazione di tutta la suite The Incident, mentre nella seconda vengono presentate canzoni dei dischi precedenti.
Se vi piaccino i dischi dei PT non potete mancare ad una loro data: ne vale veramente la pena!

Buona Musica
Andrea Tramonte

SUNSET MUSIC - Dave Matthews Band - tour 2010 in Italia



Strano caso quella della Dave Matthews Band (DMB), band americana con molti fedelissimi anche in Europa e in Italia.

Era venuta in concerto in Italia a Lucca il 5 Luglio 2009 (all'interno del Summer Festival) solo grazie alle pressanti richieste del fan club italiano Con-Fusion, visto che il precedente concerto in suolo italico era stato nel lontano 10 luglio 1998 (ben 10 anni prima!).



Tale è stato il successo del concerto a Lucca (concerto durato ben 174 minuti di musica, il più lungo mai fatto dal gruppo) che la DMB ha deciso di pubblicarlo all'interno della serie live Trax, che è possibile acquisare sul loro sito, ma sopratutto di tornare in Italia per ben tre concerti durante il loro Tour Europeo 2010.

Ecco le tre date in cui sarà possibile ascoltarli:
  • Lunedi 22 Febbraio 2010 Milano, PalaSharp
  • Martedi 23 Febbraio 2010 Roma, Palalottomatica
  • Giovedi 25 Febbraio 2010 Padova, Palasport
La prevendita inizierà inzialmente in esclusiva per il fan club italiano , dal 20 ottobre per 3 giorni e solo dal 23 tramite i soliti canali TicketOne.
A questo link potete trovare le informazioni dettagliate.

Buona Musica
Andrea Tramonte

mercoledì 14 ottobre 2009

Razza Partigiana, un concerto reading con Wu Ming 2 e Egle Sommacal

Nei prossimi giorni sarà pubblicato sulla vostra adorata rivista, ma nel frattempo leggetevi da qui l'intervista che Monica Mazzitelli, lettrice-ma-anche-di-più di Music on TNT, ha realizzato per noi (e per voi, va da sé) ad Arezzo:
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Tra spettacolo teatrale e concerto puro: lo stile è quello dei Massimo Volume, di cui Egle Sommacal è l’anima musicale. “Razza Partigiana” è uno show di suoni molto raffinati e parole declamate con grande forza attoriale da Wu Ming 2, uno degli scrittori del famoso collettivo bolognese autore di romanzi di grande successo come “Q”, “54” e “Manituana”.
Alle chitarre oltre il talento elegante e soffuso di Egle Sommacal anche l’apporto sopra e sotto le righe di Stefano Pilia, musicista puro e polistrumentista che utilizza una serie di oggetti –dall’archetto del violoncello a un mini ventilatore verde made in China – per esprimere emozioni dalle corde dalle sue chitarre. Alla sessione ritmica Paul Pieretto al basso e Federico Oppi alla batteria, insieme nei bolognesi Settlefish, sperimentano suoni e percussioni non canonici, tra cui una scatola di attrezzi che sbattuta e strisciata per terra fornisce un senso efficace di angoscia da persecuzione nazista.
Questo spettacolo – recentemente proposto al Copyleft Festival di Arezzo – si può ascoltare e vedere sul sito di Arcoiris. Intanto, abbiamo intervistato Wu Ming 2:

Un progetto di reading scenico davvero imponente: da dove è nata questa idea?

In origine c'è "The Elements", una trasmissione su Radio Città del Capo, storica emittente bolognese. Furono Paul Pieretto e Agostino Di Tommaso - duo elettronico col nome di ElSo - a propormi di leggere dei testi a tema sui loro tappeti musicali. Mentre ci dedicavamo a questo progetto, uscì Guerra agli Umani, il mio romanzo solista, e ci venne in mente di mettere in scena un reading con letture dal romanzo e musiche by ElSo. Già allora ci piaceva pensare ai singoli brani come "canzoni parlate", e non testi con accompagnamento musicale. Lo spettacolo cominciò a girare, il pubblico apprezzava, decidemmo di arricchire il palco con qualche strumento in più, e così arrivarono il venerando Egle Sommacal e Stefano Pilia alle chitarre, Alessandro Tumscitz alla tromba e Paul si inventò suonatore di basso, contrabbasso e tastiere.
Il passo successivo fu quello di pensare a uno spettacolo che "stesse in piedi da solo", senza doversi appoggiare a un romanzo. Una specie di "concept album" dove le canzoni parlate raccontano, una dopo l'altra, pezzo per pezzo, una storia completa, autonoma.
Da quell'idea nacque "Pontiac - storia di una rivolta", che racconta una vicenda "laterale" rispetto a Manituana, un prequel che si può apprezzare anche senza aver letto il libro. Dopo una ventina di date in diverse città, Pontiac è diventato anche un audiolibro digitale: con i testi, le immagini disegnate da Giuseppe Camuncoli e Stefano Landini, e il reading concerto registrato in studio. Si può scaricare, gratis o a pagamento, dal sito www.pontiac.manituana.com
"Razza Partigiana" è un ulteriore passo in quella direzione: canzoni parlate, storia completa, progetto "transmediale" e "multicentrico", perché il libro con la storia di Giorgio Marincola non l'abbiamo scritto noi, bensì Lorenzo Teodonio e Carlo Costa, mentre Aureliano Amadei ha girato un documentario intervista - Quale Razza - con la sorella di Giorgio, Isabella Marincola.

Immaginando che la scelta dei brani sia da ascrivere a te, Giovanni, dal punto di vista solo musicale come è stata la composizione dei brani?

Solo quattro testi sono stati "scelti", gli altri sono tutti originali, scritti apposta per lo spettacolo. Le musiche sono nate dapprima in parallelo, sulla base di indicazioni "emotive" che avevo suggerito ai musicisti, mentre ancora scrivevo e sceglievo i testi. Ognuno di loro ha pensato tre o quattro temi e li ha sviluppati poi insieme agli altri. Ma il grosso del lavoro lo abbiamo fatto insieme, in sala prove, "montando" testi e musiche e modificando di conseguenza gli uni e le altre in modo radicale.

Sia il video che l’audio di questo concerto sono liberamente scaricabili da Arcoiris, partner web del Copyleft Festival. Ci sono scelte precise rispetto al rendere gratuitamente disponibile questo lavoro?

Sì, vogliamo che la storia di Giorgio Marincola circoli il più possibile e che molta gente possa ascoltare questo nostro racconto. Naturalmente, pensiamo che sia anche giusto ricavare qualcosa da questo lavoro, che ci è costato fatica, passione, impegno. I concerti dal vivo servono (anche) a questo.
Monica Mazzitelli

lunedì 12 ottobre 2009

Music on TNT - nuovi articoli


11/10/2009 - Yoko Shimomura - Kingdom Hearts OST recensione
Può un videogioco commuovere? Certo...basta che ci sia la giusta colonna sonora. Kingdom Hearts Original Soundtrack è la massima espresisone di qeusto concetto. A cura di Simone Vairo.
11/10/2009 - The Cinematic Orchestra - Ma Fleur recensione.
Recensione audiophile del disco Ma Fleur dei Cinematic orchestra.A cura di Andrea Mantovanelli
11/10/2009 - John Shirley - Cuore Punk recensione del libro.
Il nuovo libro di Shirley riesce a trascinarci in un onirico mondo fatto di personaggi che vivono sospesi su di una realtà non reale, tra rabbia e violenza tra no future e lotte disperate. A cura di Loris Gualdi
11/10/2009 - Arcana Coelestia - Le mirage de l’ideal recensione
Sei tracce tra il funeral doom e il depressive black metal... Recensito per voi l'ultimo lavoro degli Arcana Coelestia, Le mirage de l’ideal. A cura di Loris Gualdi