giovedì 10 febbraio 2011

Il disco "UNKNOWN PEOPLE" della band TERRAE ha ricevuto il Premio "BRAVOS" dall'autorevole rivista folk-world francese TRAD MAGAZINE. Domani uscirà il videoclip del concerto alla Sala Lomax di Catania.

TERRAE

compagnia di musiche popolari

L'AUTOREVOLE RIVISTA FRANCESE TRAD MAGAZINE ASSEGNA IL PRESTIGIOSO PREMIO "BRAVOS"

AL DISCO "UNKNOWN PEOPLE"

 

DOMANI USCIRÀ IL VIDEOCLIP DEL CONCERTO ALLA SALA LOMAX DI CATANIA

 

"TRAD MAGAZINE", autorevole rivista folk-world francese e tra le più importanti in Europa, ha assegnato il prestigioso Premio "BRAVOS" all'album "UNKNOWN PEOPLE" (uscito per Folkclubethnosuoni/IRD) dei siciliani "TERRAE - compagnia di musiche popolari". Questo riconoscimento segue quello già attribuito ai TERRAE dalla rivista austriaca "CONCERTO" come disco world del mese di dicembre 2010.

 

 

Domani uscirà il videoclip, curato dal videomaker Ence Fedele del concerto che TERRAE ha tenuto ad inizio gennaio presso la sala LOMAX di Catania.

 

 "UNKNOWN PEOPLE" nasce dall'idea di raccontare, in musica, alcuni momenti significativi della storia siciliana, nei quali il popolo si è ribellato al potere per rivendicare un proprio ruolo e di come questi moti popolari siano sempre stati repressi, con ferocia, nel sangue e nell'oblio delle cronache e della storia ufficiale. Dai vespri ai fasci siciliani, dalle occupazioni delle terre a Portella delle ginestre: una volontà, che, particolarmente oggi appare nuova, di autodeterminazione e di riscatto da una condizione subalterna. Una visione "nuova" del popolo siciliano che, a dispetto di fatalismi e antichi stereotipi, ha provato nei secoli a giocare il proprio ruolo.

 

L'album è un'unica storia corale, che attraversa 700 anni, raccontata dal punto di vista popolare. A narrare le vicende sono sempre direttamente i protagonisti, braccianti, bambini, rivoltosi, carcerati, pescatori. E trovano posto, in questa narrazione, anche episodi della storia europea come la guerra civile spagnola vista però con gli occhi di un combattente siciliano scappato dalla tirannia fascista.

 

Alle sonorità consolidate del quartetto composto dal violino di Cesare Frisina, dal contrabasso di Francesco Di Stasio, dalla chitarra classica di Antonio Livoti e dalle percussioni di Giorgio Rizzo, si aggiungono elementi elettronici, chitarre elettriche e voci femminili che espandono i riferimenti sonori verso una possibile ridefinizione della "world music" in "musica popolare contemporanea".

 

Tutti i brani sono composizioni originali eccetto il primo, che è un omaggio a un gruppo storico della musica popolare italiana (e siciliana) degli anni '70, la Taberna Mylaensis, e due brani della tradizione che invece sono due canti d'amore e che vogliono sottolineare il legame con la musica popolare siciliana e la sua grande capacità suggestiva. I testi sono per la maggior parte in dialetto siciliano, ma in tre casi sono in lingue straniere. Uno in francese, per ricordare la cacciata degli angioini; uno in spagnolo per raccontare la speranza di cambiamento rappresentata dalla guerra civile spagnola; uno in inglese, che racchiude in poche, significative strofe il senso di tutto il lavoro.

               

Questa la tracklist: "Coru di carcerati", "Cantu di carcerati", "Inestra russa", "La vida breve", "Quantu basinicò", "Cicirì francisi", "Attenzione attenzione!", "C'è cu cci pensa", "Marì", "Si Ddiu pisci finu mi facissi", Unknown people", "Coru di carcerati".

 

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