O cose tipo "come ha suonato?".
Ecco, il punto è questo. Sonny Rollins, classe 1930, a tutt'oggi non è che suoni bene o male o così o cosà. Ancora una volta ha suonato, è stato Sonny Rollins. Un'energia da trasportarci l'intero gruppo che lo accompagnava. Su questo punto mi resta la perplessità, ancora una volta, riguardo i gruppi di Sonny Rollins: batterista a parte... non si era all'altezza manco un po', con menzione speciale -al contrario, intendo- per il bassista, valido quanto basta (quanto basta) per accompagnare ma imbarazzante negli assoli, brutti perfino per timbrica e inconcludenti.
Rollins, si diceva.
Di Bollani per statuto si deve dire istrionico; per Rollins fa un sacco inelegante se non dici torrenziale.
Torrenziale.
Pochissimi brani, la tracklist forse più corta di Umbria Jazz ma un mare di voglia di improvvisare, con un fluire quasi ininterrotto pieno di storia, tradizione, radici e musica popolare, di tanto tanto jazz, di giochi a citare continui e ancora divertiti.
Rollins ha suonato!
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