Ad oggi non cambio idea. Gli altri concerti han tempo fino a domani per smentirmi, ma dubito.
Petrella e la sua Cosmic Band hanno dato una bella prova di jazz moderno, maturo più di quanto l'età dei musicisti possa far supporre. Non che il trombettista, pur giovane, abbia alle spalle robetta, per carità, ma è abbastanza sorprendente ascoltare queste costruzioni magari non ipercomplesse ma architettate con cura, costruite con un bel senso dello spazio e con una solida concezione della musica per organici non piccoli (in questo caso dieci elementi, con 4 fiati, piano, synth, percussioni, chitarra e sezione ritmica).
Qualcosa di questo progetto riporta di certo a Sun Ra, ma è un appiglio per farvi capire più o meno dove siamo. Giovani e bravi, gli elementi del gruppo (mi prendo il merito di aver colto per tempo la bravura di Giovanni Guidi al suo primo CD per la CAM Jazz) riconoscono il leader "a vista", letteralmente, e lo seguono in movimenti netti e molto belli da vivere live.
Insomma: rivoluzioni no, neanche stavolta, ma la voglia di dire cose nuove e spingersi un po' più in là è stata in questo concerto, e poco o per nulla altrove, finora. Fammi dire pure che a leggere il programma è tutto chiaro, come dalla prima occhiata appariva e come via via sta accadendo, ma a maggior ragione, in un festival che non rischia, fa molto bene ascoltare gente come Petrella (anzi, Petrella, perché la "gente come Petrella" al momento non l'ho ascoltata, per quest'anno).
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