lunedì 21 luglio 2008

II festival delle arti

II FESTIVAL DELLE ARTI

Rassegna dell’Estate Romana 2008, realizzata con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma

Cinema, Musica, Teatro
dal 21 al 25 luglio 2008
Parco Y. Rabin (Villa Ada) Via Panama, 23 - 00198 Roma
Ingresso libero

All’interno del suggestivo Parco dedicato a Yitzhak Rabin, ponte di collegamento tra via Panama e Villa Ada (zona Parioli-Salario) per la prima volta l’estate romana ospiterà un’iniziativa multiartistica dedicata al quartiere e alla città. Giunta alla sua seconda edizione (l’anno scorso era stato ospitato da Villa Leopardi), il Festival delle Arti, evento organizzato dalla Scuola di Musica Ciac in collaborazione con il Teatro di Ribalta, quest’anno ospiterà cinque giorni di Cinema, Musica e Teatro all’insegna della godibilità e piacevolezza. Davanti ad un palco che ospiterà teatro e concerti di jazz e, la serata dell’inaugurazione, anche la proiezione su schermo della celebre pellicola dedicata a Charlie Parker, “Bird”, saranno allestiti sedie e tavoli e, in collaborazione con il punto di ristoro del parco, sarà possibile accompagnare la propria serata con sfizi e aperitivi.

Dal concerto del quintetto di Enrico Ghelardi “Boptet”, che aprirà la rassegna, alla prima de “Il minotauro”, una rilettura del celebre mito firmata da Andrea Camerini, tra suoni d’orchestra live e monologhi d’autore, il programma prevede anche uno spazio dedicato ai bambini con uno spettacolo sui rifiuti riciclati, un interessante viaggio teatrale tra reale e fantastico nei dintorni di Roma, un momento acustico con elementi popolari ed etnici dai colori Mediterranei, presentato dal noto chitarrista Giovanni Palombo e dal suo “Icarus quartet” ed un gran finale interattivo con il pubblico con una serata musicale che ripercorrerà i maggiori successi dell’epoca dei più grandi interpreti come Donna Summer, Earth, Wind & Fire, Diana Ross, Chic, The Jackson Five, Kool And The Gang, The Village People, Amy Stewart, Blondie, Gloria Gaynor e tanti altri ancora.

Infoline: 06 3225044 – promo@elisabettacastiglioni.com


IL CALENDARIO

LUNEDI 21 LUGLIO 2008

ORE 20.30
Sezione Cinema & Musica
CONCERTO: ENRICO GHELARDI BOPTET
ENRICO GHELARDI sax baritono
GIAMBATTISTA GIOIA flicorno
GIORGIO CUSCITO pianoforte
STEFANO CANTARANO contrabbasso
MAX DE LUCIA batteria
La musica del gruppo capitanato dal sax baritono di Enrico Ghelardi riprende, sia negli arrangiamenti degli standards che nelle composizioni originali, elementi del cool jazz anni ’50, evitando la semplice riproposizione e l'intento didascalico.
Del gruppo fanno parte, oltre al leader, Giambattista Gioia al flicorno, Giorgio Cuscito al piano, Stefano Cantarano al contrabbasso e Max De Lucia alla batteria.
Il quintetto ha registrato per l’ etichetta ISMA il CD “ The Cool is hot”, e per la BARVIN il recente “ My jazzin’ soul”

ORE 21.30
Sezione Cinema & Musica
FILM: BIRD di Clint Eastwood
Charlie Parker, il più grande sax della storia del jazz, si porta dietro il soprannome di "Bird" dall'infanzia, da quando non aveva i soldi per entrare nel club e sentiva la musica dal cortile. Per questo era "yardbird", ovvero uccello da cortile. In seguito Charlie aveva comprato un sassofono e in poco tempo era diventato famoso. La sua musica faceva sognare ma la sua vita privata era un disastro: droga, alcol, sesso, disperazione. A trentaquattro anni cominciò a suonare, purtroppo solo per la Grande Mietitrice.
Clint Eastwood ci mette l'amore di una vita per il jazz e conquista un Golden Globe come Miglior Regista per questa avvincente biografia di Charlie "Yardbird" Parker, genio e pioniere del jazz. Il passato e il futuro si sovrappongono come un incantevole riff, mentre il film esplora il talento immenso e gli eccessi distruttivi di Bird. Nell'interpretazione, che gli è valsa il riconoscimento come Miglior Attore al Festival di Cannes, il protagonista Forest Whitaker è una candela che brilla alle due estremità. Diane Venora, premiata come Miglior Attrice non Protagonista dai New York Film Critics, condivide quella luce nei panni della devota moglie Chan Parker. Mescolando sapientemente le registrazioni da solista di Parker ai suoni di musicisti moderni, BIRD prende quota con vigore sulla sua colonna sonora, insignita dell'Oscar® per il Suono. Nelle mani di Eastwood, Bird torna davvero, meravigliosamente, a vivere.


MARTEDI 22 LUGLIO 2008
ORE 21.30
Sezione Teatro di STORIA e di STORIE di ROMA
Teatro di Ribalta
presenta
reading & mise en scène
Viaggio reale e fantastico nei dintorni di Roma
i Borgia, i poeti, il contadino, il frate, l’eremita, il paladino
tratto da: Ariosto ● Bandello ● Belli ● Bembo ● Boccaccio ● Burcardo ● Burchiello ● Castiglione ● Dumas ●Guicciardini ● Machiavelli ● Stendhal ● Tasso
personaggi: Angelo Poliziano ● Savonarola ● Lorenzo De Medici ● Gaenolfo ● Lucrezia Borgia ● Alessandro VI ● Cesare Borgia ● Alfonso d’Este ● il Paladino ● il Frate ● il Contadino ● l’Eremita
con: Gaetano Mosca ▪ Paolo Ricchi ▪ Nicoletta Toschi
musiche da: AA.VV. a cura di Massimo Legnaioli e Roberto Valle
riduzione e mise en scène:Nicoletta Toschi
collaborazione: Gaetano Mosca
“La storia - diceva Dumas - è il chiodo al quale appendo i miei romanzi”. La storia è il chiodo al quale abbiamo appeso il nostro racconto teatrale, la mise en scène è un viaggio letterario, poetico e musicale, fra personaggi di potere, del popolo, dell’arte, nel racconto reale e fantastico nei dintorni e nella suggestione della Roma del ‘500.
Il viaggio: come fonte di piacere, di scoperta e di conoscenza; il viaggio: attraverso i grandi narratori, la parola e la cronaca; il viaggio: per conoscere Roma e i dintorni; il viaggio: con i grandi personaggi; il viaggio: nella storia dei Borgia; il viaggio: nel tempo, nel il Rinascimento.
L’8 aprile 1492, in una stanza di palazzo Careggi, situato ad una lega circa da Firenze, muore Lorenzo il Magnifico. Gli sono accanto Angelo Poliziano, Pico della Mirandola e Domenico Gerolamo Savonarola. Qui inizia il racconto di Alexandre Dumas. Da qui inizia il nostro viaggio, l’ascesa al potere di una delle famiglie più potenti della nostra storia: I Borgia.
Dumas compose i suoi “Delitti celebri” nel 1837. Né un romanzo storico, né una storia romanzata, solo la storia di una famiglia sullo sfondo avventuroso, luminoso e ambiguo del Rinascimento italiano. Dumas scrive in presa diretta, con piglio giornalistico, un giovane reporter che vuol far colpo col sensazionale, attento alle tinte forti della cronaca:
“La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, Lucrezia bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Lucrezia e Cesare figli prediletti di papa Alessandro VI, una trinità diabolica che regnerà per undici anni sul trono pontificio”.

MERCOLEDI 23 LUGLIO 2008
ORE 21.00
Sezione Musica dal Vivo
CONCERTO: GIOVANNI PALOMBO “ICARUS QUARTET”
Giovanni Palombo chitarre
Marcello Sirignano violino
Paolo Senni contrabbasso
Fabrizio La Fauci batteria
Il progetto musicale del quartetto di Giovanni Palombo presenta brani originali ispirati alla lettura. Poesia e frammenti letterari da cui le composizioni prendono le mosse e si snodano in un contesto in cui la musica si svolge trasversalmente: forte senso melodico, improvvisazione e armonia jazz, elementi di musica etnica e popolare toccano temi differenti e vari, come l'oblio e l'abbandono del Mare, la trasgressione e la rivolta della Canzone di Maggio, lo slancio verso il superamento dei limiti di Icaro, il senso del sacro di Corale,lo smarrimento e l'ambiguità di Dedalo, il senso di bellezza e mistero evocata da La Musica. Tutti titoli che, come vasi comunicanti evocano sovrapposizione, molteplicità del sentimento indagato attraverso la Parola e riflesso nella Musica o viceversa, in un infinito gioco di specchi.

GIOVEDI 24 LUGLIO 2008
ORE 21.00
Sezione Musica e Teatro
ANDREA CAMERINI & “CIAC ORCHESTRA”
IN: “MINOR_Taurus IN G”
IL MINOTAURO ED IL SUO DOPPIO
Attore e Cantante: ANDREA CAMERINI
Testi e adattamenti di ANDREA CAMERINI
Direzione d’Orchestra, Musica originale e Arrangiamento:
STEFANO ROTONDI
Gli antichi miti da sempre vengono riletti ed interpretati attraverso tutte le arti.
Ciò è reso possibile dalla profondità antropologica dei contenuti e dei simboli da essi rappresentati attraverso un gioco di “specchi” e di “labirinti”.
Il mito del Minotauro di Creta non deroga da tutto ciò, ne troviamo testimonianze letterarie infinite (per citarne alcune DE RERUM NATURA di Lucrezio, LE METAMORFOSI di Ovidio, LA DIVINA COMMEDIA di Dante IL MINOTAURO di Durrenmatt) e se vogliamo leggere la metamorfosi ed il labirinto del metamorfizzato come uno stato dell’anima possiamo senz’altro citare Kafka e Dostoevskij.
Prendendo a spunto le varie tematiche, che si sono storicamente dipanate dal tema del Minotauro, le seguiremo come un filo d’Arianna attraverso dei monologhi recitati che ci condurranno alla suspense finale:
“Come è riuscito Teseo ad uccidere il Mostro invincibile?”
Il CIAC è da anni impegnato nella produzione originale di opere di musica moderna e jazz con l’interazione di testi teatrali, storia e letteratura.
Questo spettacolo prosegue, seppure su temi e piani diversi, il lavoro presentato lo scorso anno nella prima edizione del Festival delle Arti, "Pinocchio: Al Gambero Blues", interpretato da Rocco Papaleo.


VENERDÌ 25 LUGLIO 2008
ORE 18.00
Sezione Teatro per i più piccoli
PER UN PUGNO DI STRACCI di Mario Di Vita
Un petroliere senza scrupoli (De Profittis) fa sparire tutti i rifiuti per il riciclaggio. De Profittis puo’ così vendere le sue materie prime. Per comprarele vengono spesi i risparmi realizzati in tanti anni di attento e costante riciclaggio, denaro realizzato alla realizzazione di ospedali, servizi e scuole. Ma il “Cattivo” verrà smascherato…

ORE 21.30
Sezione Musica dal Vivo
MUSIC & DANCE
”TONY MANERO REVIVAL BAND”
30° anno della nascita della Dance Music, che si vuole far coincidere con l’uscita nelle sale del film “Saturday Nighyt Fever” (La Febbre del Sabato Sera), presentato a Roma nel 1978, un genere musicale espressamente dedicato alla danza, vissuta non solo come espressione artistica esclusivamente personale ma come forte momento di aggregazione.
Un concerto per i moltissimi appassionati della Dance anni ’70. Un decennio forse socialmente meno importante degli anni sessanta, ma musicalmente proficuo e importantissimo per la musica dance. E' infatti il decennio nel quale i clubs di colore dove si suonava solo black music e funky, escono dalla ghettizzazione per diventare un colossale fenomeno di massa consacrato proprio da "Saturday Night Fever" e dove la disco music, da genere musical underground, diventa successo da classifica.
A riproporci i brani più famosi del periodo sarà la:” TONY MANERO REVIVAL BAND” una formazione specializzata in questo tipo di repertorio che ripercorrerà i maggiori successi dell’epoca dei più grandi interpreti come Donna Summer, Earth, Wind & Fire, Diana Ross, Chic, The Jackson Five, Kool And The Gang, The Village People, Amy Stewart, Blondie, Gloria Gaynor e tanti altri ancora.

domenica 20 luglio 2008

UJ 08 - comunicato finale dell'organizzazione

...e a presto per le mie considerazioni.

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Per l’Associazione Umbria Jazz si chiude oggi una edizione di successo e, insieme alla edizione 08 del festival, si conclude una fase. Non è la prima volta, Umbria Jazz ha già attraversato, in passato, fasi diverse, affrontato processi di modifica e ristrutturazione, ripensato formule e strutture.


1973 - 1978: Umbria Jazz fenomeno di costume, grande musica (gratuita) nelle piazze, viaggio (dis)organizzato per far battere ai ritmi della contemporaneità il cuore storico e ambientale dell'Umbria. Volontariato, Apt, uffici regionali nella difficile gestione di un evento che, nel bene e nel male, esplode.


1982 - 2008: la rinascita, la crescita, il successo mondiale. Nuova formula: due città (Perugia in estate, Orvieto in inverno), apertura a generi musicali diversi, location sempre più grandi per un grande pubblico. Associazione Umbria Jazz per costruire anno dopo anno le diverse edizioni, Fondazione Umbria Jazz per dare stabilità finanziaria.


Dal 2009 si apre una fase nuova. Umbria Jazz archivia le strutture che hanno governato il festival e avvia, prima di tutto con il proprietario del marchio, la Regione Umbria, una riflessione sul futuro. Con l'intenzione di garantire la continuità del festival rispondendo in modo adeguato alle esigenze poste dalle dimensioni, dalla complessità organizzativa, dal budget, dai rapporti con gli sponsor, dalla peculiarità dello show business ai grandi livelli, dalle politiche di comunicazione, dalle relazioni internazionali.


Umbria Jazz riparte da 35 anni di successo. Il festival non è mai stato in buona salute come adesso per popolarità, affidabilità, risonanza mondiale. E' un festival sano economicamente. E' un festival che restituisce un forte indotto economico e, aspetto ancora più importante, è testimonial dell' intraprendenza, della capacità progettuale, della fantasia creativa di una piccola grande regione. Elementi che non devono far perdere di vista un dato fondamentale: Umbria Jazz 2008, l'Umbria Jazz dei Rem, e quelle immediatamente alle spalle di Eric Capton, Santana, Elton John, Van Morrison, James Brown, sono nate dallo stesso assetto e con gli stessi processi organizzativi di venti anni fa, l'Umbria Jazz dei Giardini del Frontone, del jazz per puristi, di un budget che ammontava a un miliardo di lire circa, a fronte dei 3 - 3,5 milioni di euro delle ultime edizioni. Ogni volta, un piccolo miracolo che si ripete.


L'Associazione Umbria Jazz rivendica con orgoglio i risultati, che sono sotto gli occhi di tutti. Meno noti, meno evidenti, ma enormi gli sforzi, i sacrifici, le tensioni e il lavoro che, edizione dopo edizione, hanno prodotto quei risultati. Questo, anche nel reperimento e nella gestione degli sponsor privati.


L’Associazione ha ritenuto di dover affrontare il futuro nel momento del successo: Umbria Jazz non vuole, né merita di rischiare i lunghi, pericolosi tempi del declino, come accade alle manifestazioni che vivono solo del loro presente. Si tratta dunque di adeguare il modello organizzativo, gestionale e finanziario ai tempi e allo status attuale del festival.


In questa riflessione l'Associazione ha trovato il conforto delle istituzioni, in primo luogo la Regione. Il percorso, si augura l'Associazione che lo seguirà con estrema attenzione, sarà condiviso e porterà, al termine, a un nuovo assetto organizzativo che superi le attuali strutture, Associazione e Fondazione, con il primario obiettivo di assicurare anzitutto gli obiettivi della continuità artistica e della stabilità e certezza di finanziamenti, pubblici e privati. Altro obiettivo, nell'interesse del festival, è la salvaguardia di flessibilità e autonomia, in un contesto di assoluta trasparenza, indispensabili per una manifestazione che opera in campi per nulla burocratici, spesso all'insegna dell'improvvisazione, con tempi quasi sempre imprevedibili.


In questo processo, è auspicabile anche una partecipazione più attiva di quanto non sia avvenuto fino ad oggi, delle forze vive della regione, imprenditoria e commercio innanzi tutto. Dopo 35 anni è impensabile che Umbria Jazz non sia riconosciuta come un patrimonio su cui investire per migliorare e fare crescere ancora le sue potenzialità e i suoi benefici. Il tempo di stare alla finestra e guardare è finito.


L'Associazione è molto fiduciosa e si inoltra in questo percorso con l'obiettivo di aprire e sviluppare un'altra delle tante vite della manifestazione. Comunque sia, resterà invariato il legame con l'Umbria, la sua immagine, la sua identità.

mercoledì 16 luglio 2008

UJ 08 - Libri sì, libri boh

Succede che in 2 giorni vengano presentati qui a Perugia, 2 libri. Il primo è il dizionario del jazz, che rispetto all'edizione francese esce aggiornato, riveduto e (parzialmente) corretto. Il secondo è The John Coltrane Reference, che in lingua italiana non uscirà probabilmente mai ma che forse potrebbe trovare una distribuzione italiana (...).
Nel mastodontico tomo su Coltrane c'è una discografia curatissima, foto importanti e significative, una biografia pressoché (ma anche letteralmente) quotidiana del grande sassofonosita. Non un romanzetto, insomma, ma un libro tecnico, di dettaglio, analitico fino al quasi atomico. 
Il dizionario del jazz raccoglie in 2500 voci musicisti, stili e parole del jazz, cose da conoscere o anche semplicemente utili per curiosi, appassionati o specialisti a corto di quella nozione che serviva a completare un articolo da scrivere.
In un caso si è di fronte ad un riferimento in senso assoluto, qualcosa che, semplicemente, altrove non esiste (forse esisterà, certo). Un inarrivato compendio che dice tutto l'attualmente dicibile su un musicista, tutto in un posto, tutto lì, peraltro a raccontare un mito che comunque ci ha lasciato e che quindi, nuove scoperte sul suo passato a parte, non ci darà novità in futuro.
Nell'altro caso si resta un po' perplessi per alcuni motivi. Il primo e più evidente riguarda wikipedia, la rete tutta, la navigazione via dispositivi mobili e quindi di fatto ormai permanente, la disponibilità perfino ridondante ed anzi talvolta eccessiva e fuorviante di informazioni a qualunque livello; tutto ciò come si rapporta con un supporto cartaceo e quindi di suo immobile nel tempo? Il secondo motivo, che pure viene utilizzato spesso in vari articoli, sta nel gioco di ricerca che porta a dire "questo manca, quest'altro manca, di questo si parla troppo poco"; un gioco stantio ma indicativo dell'implacabile incompletezza a cui si perviene inevitabilmente con queste opere. Il terzo è in errori rinvenibili con una certa facilità che portano a pensare ad una messa in commercio un po' affrettata.
Il tutto, in entrambi i casi, restando comunque felici del fatto che si parli, si scriva e si legga di jazz. Che è bello, Bello... e che merita di vivere della sua stessa vitalità più di quanto questa versione piuttosto appiattita di Umbria Jazz ha saputo offrire finora.
A voi decidere come assegnare (serenamente, pacatamente) le due pubblicazioni ai due casi...

martedì 15 luglio 2008

UJ 08 - Cassandra Wilson

Posso dire che, insomma, non è che si sia sforzata tanto tanto?
Gruppo ottimo, con batteria e chitarra davvero speciali (il piano ha riscosso un successone, efficacissimo anche se talvolta un po' ruffianello); la Wilson, sulla cui timbrica c'è poco da dire e tanto da ascoltare, fa però proprio esattamente quel che sa fare, senza muoversi d'un palmo da una valida interpretazione, consolidata dall'esperienza, di brani su cui qualcosina di un po' distintivo dalla normalità sarebbe stato apprezzato. Naturalmente parliamo comunque di una grande, ma tutto sommato non ci si è allontanati dal concerto di una brava cantante jazz, senza che però l'atmosfera live abbia potuto regalare molto altro rispetto ad una registrazione, senza la sensazione, sempre un po' preannunciata quando si tratta della Wilson, di trovarsi ad affrontare un concerto... da urlo.

UJ 08 - Joe Locke Force of Four

Un bel quartetto, divertente e scintillante, alla Rocca Paolina, dove peraltro Locke già l'anno scorso aveva dato quotidiane performance relativamente però alla musica del Modern Jazz Quartet. Se i tre del gruppo che accompagnano il vibrafonista suonano "bene" (che qui, a parte qualche eccezione, è la norma) Locke è davvero trascinante per potenza, con quel suo sfrenato ed irruento correre negli assoli spinti a livelli di virtuosismo ed energia vorticosi. Se su "disco" (prima o poi bisognerà abbandonare il concetto di forma, ma intanto va così) ascoltarlo è interessante, dal vivo l'esperienza è moltiplicata per spontaneità e coinvolgimento. Sentire quel vibrafono ora sussurrato e morbidissimo seppur nitido nel tocco ed ora respirare ruggendo è fantastico, proprio perché dà il massimo del significato alla parola live.

lunedì 14 luglio 2008

UJ 08 - Sonny Rollins

Dice "allora, com'è andata?".
O cose tipo "come ha suonato?".
Ecco, il punto è questo. Sonny Rollins, classe 1930, a tutt'oggi non è che suoni bene o male o così o cosà. Ancora una volta ha suonato, è stato Sonny Rollins. Un'energia da trasportarci l'intero gruppo che lo accompagnava. Su questo punto mi resta la perplessità, ancora una volta, riguardo i gruppi di Sonny Rollins: batterista a parte... non si era all'altezza manco un po', con menzione speciale -al contrario, intendo- per il bassista, valido quanto basta (quanto basta) per accompagnare ma imbarazzante negli assoli, brutti perfino per timbrica e inconcludenti.
Rollins, si diceva. 
Di Bollani per statuto si deve dire istrionico; per Rollins fa un sacco inelegante se non dici torrenziale.
Torrenziale.
Pochissimi brani, la tracklist forse più corta di Umbria Jazz ma un mare di voglia di improvvisare, con un fluire quasi ininterrotto pieno di storia, tradizione, radici e musica popolare, di tanto tanto jazz, di giochi a citare continui e ancora divertiti.
Rollins ha suonato!

UJ 08 - Ramberto Ciammarughi, Miroslav Vitous, Fabrizio Sferra

Gran concerto, soprattutto perché la proposta portata qui è quella di un jazz contemporaneamente molto strutturato nella parte compositiva e con uno spazio improvvisativo che sa di introspezione e che richiede un ascolto attento, svincolato da generi e tradizioni... insomma, presente e libero. Ciammarughi, molto ricco nel tocco ma anche nelle costruzioni che articola, si fa "accompagnare" da due musicisti che aggiungono moltissimo valore alla performance. Sulle biografie dei due non dico nulla e come al solito rimando ai siti web ufficiali degli artisti (ché qui non ci piace fare né i ripetitivi né gli articoletti standard coi copiaincolla travestiti da sapienza!), ma la loro capacità di articolare discorsi compiuti e fortemente suggestivi utilizzando il bagaglio tecnico non come meta ma come veicolo per raggiungerla è strepitosa. Per certi versi il loro livello nel far jazz è così elevato da esporre il leader del trio ad un limite, che è quello, pur attentuato proprio dall'essere il leader del progetto, di suonare un po' "da solo", in contrasto con la grandissima sensibilità degli altri due nel sentire e rendere il loro suonare armonico con ciò che attorno a loro suona. Quanto!

UJ 08 - Stefano Bollani, Caetano Veloso

UJ propone ormai da anni queste seratone all'Arena di Santa Giuliana, appena fuori dal centro. Sabato 12/7 è stato il turno di Stefano Bollani col suo progetto Carioca, poi di Caetano Veloso e poi di uno spazio condiviso.

Bollani, può, semplicemente, fare praticamente ciò che vuole col pianoforte. La sua straordinaria padronanza tecnica è cosa nota, e questo progetto sposta ancora di qualche grado in là la sua capacità di orizzontarsi un po' ovunque. Col Brasile ha giocato in modo scherzoso seppur rigorosissimo, con un momento davvero esilarante nella sua particolarità quando ha proposto a straclassica "Tico Tico" che immediatamente ha fatto partire tutti col canto, e che però ha creato da subito problemi facendo smettere tutti perché è stata proposta con continue variazioni armoniche a spostare di un semitono in alto o in basso la frase musicale rispetto alla sua partenza, quindi in sintesi con MilleMila cambi di tonalità nell'intero brano, rendendolo ugualmente riconoscibilissimo ma alterandolo completamente sul piano della cantabilità.

Poi Veloso. Pantaloni, polo, occhiali, sedia, chitarra classica. Una specie di Gaetano Curreri, a vederlo da lontano (è pur vero che io da lontano posso vedere cose che voi umani...). Seduto come fosse in un salottino con 7-8 amici, Veloso ha cantato splendidamente (a me il genere piace relativamente, ma non vedo perché la cosa dovrebbe interessarvi, sicché avanti così) accompagnandosi con semplicità e bellezza, parlando qui e lì dei brani e creando un'atmosfera davvero intima e un po' magica (cosa bizzarra in uno stadio) nonostante un'inattesa frangia estremista di pochissime scatenate supporters del nostro sguaiatamente urlanti.

Nel momento in cui Bollani (da solo o col suo gruppo) e Veloso hanno suonato assieme il mood è stato più quello del cantante brasiliano che quello della prima parte di concerto, ma la bravura di Bollani sta anche nel saper recitare ruoli adatti alla situazione di volta in volta.

E bravi...!

UJ 08 - Gianluca Petrella

Ero abbastanza convinto che, per i giorni di festival che mi riguardavano, questo sarebbe stato il concerto meno classico e quindi, in quest'ottica, il più interessante. 
Ad oggi non cambio idea. Gli altri concerti han tempo fino a domani per smentirmi, ma dubito.
Petrella e la sua Cosmic Band hanno dato una bella prova di jazz moderno, maturo più di quanto l'età dei musicisti possa far supporre. Non che il trombettista, pur giovane, abbia alle spalle robetta, per carità, ma è abbastanza sorprendente ascoltare queste costruzioni magari non ipercomplesse ma architettate con cura, costruite con un bel senso dello spazio e con una solida concezione della musica per organici non piccoli (in questo caso dieci elementi, con 4 fiati, piano, synth, percussioni, chitarra e sezione ritmica).
Qualcosa di questo progetto riporta di certo a Sun Ra, ma è un appiglio per farvi capire più o meno dove siamo. Giovani e bravi, gli elementi del gruppo (mi prendo il merito di aver colto per tempo la bravura di Giovanni Guidi al suo primo CD per la CAM Jazz) riconoscono il leader "a vista", letteralmente, e lo seguono in movimenti netti e molto belli da vivere live.
Insomma: rivoluzioni no, neanche stavolta, ma la voglia di dire cose nuove e spingersi un po' più in là è stata in questo concerto, e poco o per nulla altrove, finora. Fammi dire pure che a leggere il programma è tutto chiaro, come dalla prima occhiata appariva e come via via sta accadendo, ma a maggior ragione, in un festival che non rischia, fa molto bene ascoltare gente come Petrella (anzi, Petrella, perché la "gente come Petrella" al momento non l'ho ascoltata, per quest'anno).

sabato 12 luglio 2008

Umbria Jazz 08 - Si comincia con Pat Martino...

...o per meglio dire comincio io con Pat Martino, ché Umbria Jazz è già iniziato da un po' senza manco il decoro d'aspettarmi. 
Ma tu guarda.
Facciamo così: fingo indifferenza e proseguo diritto. Ho dato un'occhiata al programma; stavolta mi fermerò solo quattro giorni ma direi che con buona probabilità non mi perderò l'edizione più sconvolgente e dinamitarda della storia del festival. C'è molto jazz classico e molti sconfinamenti, già resi consueti dal passato ma in aumento, non verso il pop ma propriamente dentro: domenica si chiude coi REM (pare che Michael Stipe, in omaggio al jazz, non farà ciò che ogni volta ripetee invece improvviserà qualcosa di nuovo: sarà intonato dal vivo! No, così non mi credete più, ok, scherzavo, naturalmente scherzavo.
Pat Martino, dicevo, per cominciare. Jazz classico, appunto, nello specifico in quartetto con piano acustico o elettrico, contrabbasso e batteria. Chi conosce lo "storico" chitarrista sa già tutto, chi non lo conosce sa già cosa aspettarsi se ne ascolta un paio di brani, e la cosa non deve essere intesa per forza come un difetto; per alcuni può esserlo ma è anche una garanzia, perché quando sai cosa cerchi e vuoi proprio quel tipo di musica... trovarla non è necessariamente semplice, e trovarla ad alto livello neanche. Rassicurante.

giovedì 3 luglio 2008

Sergio Caputo live

Per chi, come me, lo seuge dai primi dischi (quelli in vinile, per intenderci) è un piacere costante riascoltarlo e sentirne riparlare, cosa che capita spesso ma che, con un libro appena uscito, renderà forse ulteriore merito al cantautore romano (sì, poi anche milanese e per proseguire californiano)

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SERGIO CAPUTO
Is back to ITALY!


A luglio per una tournée che riproporrà il meglio della sua produzione musicale…

Il re dello swing italiano degli anni ’80 e ‘90 è tornato. Sergio Caputo - autore, compositore, musicista e interprete di successi senza tempo che hanno costituito la colonna sonora e rimangono tuttora nell’immaginario collettivo di ogni italiano – è nuovamente in Italia. E questa volta per proporre in un tour dal vivo che toccherà ben cinque regioni italiane il suo repertorio piu’ celebre. A 25 anni di distanza dal suo primo lavoro (Un sabato italiano), il suo affezionatissimo pubblico potrà così riascoltare quei brani musicali che raccontano una vita quotidiana aromatizzata di sogno e paradosso: da Bimba Se Sapessi a L'astronave Che Arriva, da Il Garibaldi Innamorato a Italiani Mambo, e ancora Effetti personali, Non bevo più tequila, T'ho incontrata domani e molte altre… Una serie di spettacoli per riscoprire le atmosfere rimate e jazzate di uno tra i nostri autori e compositori musicali contemporanei piu’ intriganti…

Ma Sergio si è rivelato da poco anche un eccellente scrittore: è uscito da poco, infatti, il suo primo romanzo Disperatamente (e in ritardo cane), edito da Mondadori: un lavoro che mescola verità autobiografica e guizzi di fantasia per raccontare l'epopea di un personaggio che gli assomiglia molto. Non a caso questa affascinante opera editoriale è stata premiata a Sanremo nell’ambito della recente manifestazione LIBRINMUSICA.

Calendario dei concerti:

Venerdì 4 luglio
CORTONA (Ar)
ospite del Premio Fair Play
PIAZZA SIGNORELLI
info staff@arezzoservice.com

Martedì 8 luglio
BENEVENTO
Notte Bianca
P.zza Piano di Corte
info 0824/54094 - seg.artquattronotti@libero.it

Martedì 15 luglio
ROMA
ALL'OMBRA DEL COLOSSEO - PARCO DEL CELIO - VIA DI SAN GREGORIO (COLOSSEO)
Info 06 70031701 - 327 5746343 - info@allombradelcolosseo.it

Giovedì 17 luglio
CONVERSANO (Ba)
Piazza Castello
Ingresso gratuito

Venerdì 18 luglio
ERCHIE (Br)
Area Stadio comunale di Erchie
Posti a sedere a pagamento
Info 340 7264511 - 327 7362656

Domenica 20 luglio
FRANCAVILLA A MARE (Ch)
P.zza Ss. Angeli Custodi
Ingresso gratuito
info 334/6836197 - studio.rossetti@virgilio.it

Per chi volesse saperne di più e/o esprimere le proprie opinioni direttamente a Sergio puo’ visitare il sito www.sergiocaputo.com, attualmente disponibile in 4 lingue e navigare sul nuovissimo www.myspace.com/sergiocaputoitalia

Produzione Sergio Caputo: Agenzia D'Herin Records
Viale Buridani 6 , 10078 Venaria Reale (To) - Italy

Tel 011 4594000 - E-mail - dherin@dherin.com
Web - http://www.dherin.com