Ottimo concerto al Dune sabato sera, 16 Febbraio. Berardi Jazz Connection ha dato prova d'essere davvero un bel gruppo, capace di fare un jazz dinamico, tirato, sostanzialmente legato a quella che è la tradizione di questa musica ed alle sue evoluzioni relative soprattutto alle svolte elettriche del funk-jazz anni '70: temi all'unisono con sax e tromba, Fender Rhodes in evidenza e un gran sostegno dalla sezione ritmica.
Ettore Carucci sfodera grande capacità comunicativa nei soli di Fender e di synth dando grande carica ai brani, Vincenzo Presta al sax e Andrea Sabatino alla tromba colorano di venature leggermente diverse i momenti di assolo (maggiormente verso il soul jazz Presta, più tradizionale Sabatino); Aldo Vigorito al contrabbasso, un po' penalizzato sul piano dell'acustica come è inevitabile che accada in piccoli spazi (come sempre splendido e piacevole quello del Dune Club), è davvero il motore jazz del gruppo, con l'esperienza ed il sound che si fanno sentire chiaramente nonostante (ma anche grazie a) tutta la discrezione e la misurata gran classe di cui è dotato; Francesco Lomagistro alla batteria, co-leader con Carucci, è una macchina potente e vigorosa, in alcuni tratti direi anche debordante rispetto al resto, ricchissimo di spinta ritmica, articolato e forse solo col limite di dover dosare la presenza e farsi meno corposo quando il supporto del drumming va tenuto a bada e deve invece "stare dentro" la musica, rendersi omogeneo col sound dell'insieme, cosa che in qualche momento è andata perdendosi.
Bel concerto davvero, insomma, con la presenza imprevista e specialissima di Fabrizio Bosso che è intervenuto per una fiammeggiante esecuzione della Ellingtoniana Caravan, mostrando, al di là delle conosciutissime doti, quanto "mestiere del jazz" abbia già nelle mani e in testa.
Trovo importante segnalare un dato: al Dune si fa musica di qualità e i concerti sono gratuiti (si paga solo una consumazione di 10 euro stando al tavolo o altro al banco); che ci siano questa impostazione questa passione nel proporre jazz, rock e pop d'autore, world ed altro al centro di Roma è una gran bella cosa, direi un'occasione.
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