sabato 19 gennaio 2008

Andrea Pagani - For the sea



Ho ascoltato dal vivo Andrea in un piccolo locale di Roma, in duo piano e contrabbasso, e ho ascoltato più volte questo suo primo CD da leader, che segue (e ovviamente precede) molteplici esperienze musicali in ambito prevalentemente pop-jazz.
Questo lavoro è molto arioso, ha dalla sua numerosi motivi per cui è bello consigliarne l'acquisto. Il principale sta secondo me nel buon gusto compositivo: un jazz semplice, lineare, compiuto ma non troppo strutturato e quindi decisamente fruibile anche se si è un po' lontani da questi territori.
Andrea ha uno stile che in alcuni passaggi, forse anche per via di una certa brillantezza nel timbro, potrebbe rimandare tra i vari riferimenti e modelli a "certo Herbie Hancock" (mamma mia, quanto ho sempre trovato snobbettino questo "certo Tal De' Tali"...); magari qualche volta potrebbe spingere meno e giocare più sulle dinamiche, ma siamo in considerazioni molto tipiche di una bella fetta di pianismo jazz. L'atmosfera che si respira è rilassata anche quando si tira; c'è un senso di quiete che sostanzialmente attraversa il CD per intero. Gli aspetti sui quali ci si può magari attendere qualche evoluzione, detto del tocco, stanno a mio avviso in un utilizzo di timbriche meno datate per i synth e nella voglia di osare qualcosina in più sugli arrangiamenti, staccandosi un po' dal mainstream, ma questo probabilmente verrà da sé con carriera ed esperienze, che contribuiranno ovviamente anche a dare maggiore autonomia stilistica.
Intanto ecco qui, dicevamo, un CD gradevolissimo, leggero senza che voli via e ricco di una musicalità positiva e cantabile, accessibile e diretto. Date un'occhiata al sito web di Andrea in modo da poter anche ascoltare qualcosa; penso che vi piacerà.

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