mercoledì 12 novembre 2008

Ve l'avevamo detto. Eppure.

Ve l'avevamo detto. Varie volte. Ecco Microsoft che (grazie all'articolo su Zeusnews) ci racconta come con la crescita delle memorie sarà sempre meno necessario comprimere la musica a scapito della qualità.
Eppure. Eppure nello stesso articolo c'è un altro parere che, in modo inquietante, solleva una questione che, pure, abbiamo già affrontato su questi schermi. Se non c'è cultura della qualità, amore per ciò che suona bene, si va comunque da qualche parte. La peggiore, nello specifico.

2 commenti:

nd1967 ha detto...

"Insomma... decidetevi".
Prima dicono che voglio spingere verso i formati lossless e poi che non serve farlo. Ma andata a fan c.... quel paese tutti quanti. ;-)
Uno che fa i discorsi di questo Tim Quirk lo manderei a zappare i campi.
La musica è cultura e invece per questo qui è solo un mucchio di bit che possono far fare soldi.
C'è solo da sperare che ci sia qualcuno piu' intelligente di lui a decidere... ma ho paura...

Quelli che non capisco sono i musicisti... se facessero (tutti) sentire la loro voce per musica di qualità magari qualcuno inizierebbe ad ascoltarli.

Speriamo bene
Ciao
Andrea

Pier ha detto...

Il punto è proprio nel fatto che cultura e mercato sono due cose profondamente diverse (vale per la musica, come è evidente, ma temo che il discorso si possa allargare parecchio e senza neanche esser semplicistici).
Il tizio, intelligente o no che sia, ha sollevato un'obiezione ributtante dal punto di vista di chi ama la bellezza del suono, ma centrata se si guarda all'attualità dell'ascolto musicale: chi vuoi che distingua un mp3, magari registrato con un bitrate sensato, da un file non compresso, avendo ascoltato per anni solo mp3, o CD su impianti compattissimi di casa con una "catena" (il riferimento ai sanitari è puramente causale) che definire hi-fi è dissennato? Oppure, quand'anche per esercizio fosse avviato a distinguere tramite un amico rompiballe, cosa pensi che gli importerebbe di raggiungere questa qualità d'ascolto? Cosa cambia nella vita di un ascoltatore di questo tipo se il brano è compresso o no?
Il punto è qui... e cultura suona perfino (purtroppo) come un appesantimento, come se i file compressi li sentissero quelli simpatici mentre il non compresso fosse roba da gente attempata che gira in vestaglione e beve cognac... Manca del tutto l'interesse (in termini di business) per la qualità, nel senso del termine che guarda verso l'arricchimento della persona. Su queste basi è chiaro che il tizio succitato e tanti altri tizi avranno perfino ragione...