Ci risiamo, e ci risaremo ancora molte molte volte: dal sempre efficace Zeusnews apprendo che l'industria musicale francese chiede di mettere fuorilegge alcuni tra i principali software per la condivisione di file in rete.
Ci sono perlomeno due livelli su cui, più che riflettere, sorridere.
Uno è segnalato dall'articolo stesso ma viene in mente all'istante leggendo già le prime righe: se consideriamo fuorilegge un software come ad esempio Azureus allora come si fa ad escludere, che so, Outlook? E come la mettiamo con i browser, attraverso i quali si può accedere a siti di storage online -i quali a loro volta andrebbero chiusi-? In effetti poi la realtà raggiunge la fantasia suggerendo parte della storia: secondo i signori anche Sourceforge, il sito che ospita un mare di progetti open source, va chiuso...
L'altro aspetto è strettamente collegato al primo e riguarda, com'è evidente, il consueto approccio ai problemi in ottica repressiva: le cose vanno male e allora diamo la colpa a valle. Gli strumenti come sempre sono roba che può essere usata "bene" o "male", e come tali è impossibile e/o insensato attaccarli: impossibile perché a fronte di un'operazione repressiva su un particolare strumento nascerà un nuovo veicolo, come progresso insegna; insensato perché altrimenti, ad esempio, con la stessa "logica" dovremmo mettere fuorilegge i carboidrati perché c'è gente che "per colpa loro" ingrassa.
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