Ricevo e volentierissimo ascolto il cofanetto che Dreyfus ha appena dato in pasto al mercato per qualcosa che, a suo tempo, ha segnato un punto importante nella musica elettronica. Jean Michel Jarre con Oxygene (1976) ha realizzato un lavoraro di grande morbidezza e classe, con synth i cui nomi ora fanno sorridere manco fossero stati prodotti artigianalmente nel medioevo. Oxygene ha avuto il suo quasi "necessario" secondo episodio nel 1997, e il cofanetto rende disponibili entrambi più un terzo CD di remix ottenuti da grandi del presente elaborando brani dai 2 CD originari.
Sono al primo ascolto -pur conoscendo già i lavori, qui rimasterizzati- e vi dirò poi in dettaglio, ma intanto colpisce profondamente una cosa un po' buffa: molti, forse troppi dei suoni del 2007 che costituiscono i remix appaiono più piatti, meno dinamici, meno avvolgenti per timbro e resa, ma anche e soprattutto per efficacia, per quello che è il "messaggio", il viaggio del suono fino all'anima, rispetto a 2 CD creati con synth "antichi" 10 e 31 anni fa. Per quanto riguarda il mio primo ascolto è una sensazione piuttosto concreta, ma ci sentiamo poi per approfondimenti. Intanto riascoltare Oxygene è un piacere... Un piacere.
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