L'ho fatto. Apena ho saputo della cosa ho voluto farlo, ma il sito quel giorno era di fatto impraticabile. Oggi ho laicamente celebrato l'iniziativa dei Radiohead, ho fatto come il nostro direttore e ora anche io, che siccome son ricco di brutto ho speso 5 sterline più commissione, ho il mio "ultimo dei Radiohead", che per contemporanei e posteri mi sto guardando bene dal chiamare ultimo CD, ultimo disco o simili. Mentre scrivo lo sto sentendo, quindi vi parlo al primo mezzo ascolto, e mi pare che siano sempre loro, che magari coi riverberi esagerano un po' ma che sì, son proprio loro, meno criptici di Kid A e più ben disposti verso la forma canzone -sempre a loro modo ma anche con virate acustiche ed ariose come nella Faust Arp che sto sentendo.
Quand'anche questo lavoro fosse brutto -e non mi pare proprio- sinceramente sarei stato contento d'aver speso le mie 5 sterline per un gruppo che mi ha dato libertà di scelta sul prezzo, che si è sganciato dal vincolo con una major e che per questo, come già il suddetto e mai abbastanza idolatrato dalle folle direttore ha notato, non viene calcolato manco di striscio dalle radio, perlomeno per quanto ascolto qui dalle mie parti e per il tempo in cui posso ascoltare la radio. E' abbastanza inquietante, e nello stesso tempo limpidamente evidente, quanto la cosa sia palese, quasi scontata nella sua crudezza: tu non ti agganci al carrozzone commerciale fatto da major e radio? bene. Sei fuori. Se poi qualche stazione ha trasmesso qualche brano oggi o ieri o un altro giorno non so né posso dirlo, ma quantitativamente siamo con evidenza, e con tutta la prudenza possibile nel dirlo, prossimi allo zero, sebbene almeno un paio di brani di quelli finora ascoltati mentre scrivo potrebbero andare in radio senza disturbare l'orecchio medio (che detto così sembra una mostruosa protuberanza posta probabilmente sopra il naso, e invece è cosa peggiore).
Bravi Radiohead. Vi riconosco il merito di un'apertura concreta, materialmente rivoluzionaria e sincera verso il pubblico e verso il progresso, autenticamente inteso e interpretato. Chiaramente il modo di far commercio di musica in rete andrà via via tarandosi secondo strategie, scelte, marketing e così via, e la stessa scelta di cui parliamo è anche furbo marketing di nicchia, non lo discutiamo (ad esempio io, che non sono un accanito fan del gruppo, sono compratore proprio in virtù dell'idea), ma non ho mai pensato di demonizzare marketing e affini, ché un prodotto va non solo venduto ma anche saputo vendere, e non ci piove.
Anzi, guarda, direi un disc... un cidd... un lavoro che mi sta suonando bene, qui sul lettore che -ecco, poi vedremo pure questa cosa qui- proprio hi-fi non è ma suona. Voglio il formato non compresso! Voglio la qualità audio!
Allora via, compriamo a milioni il disc... il cidd... il support... l'ultimo dei Radiohead. Poi ci diventa il disc... (niente, non se ne esce ancora) l'opera più venduta della storia del mondo e cominciamo a cambiare un po' il mercato. Eh? Dai, dai... Eh? Facciamoci cogliere da entusiastico entusiasmo e compriamo tutti, fate un prezzo e via!
Fateci sapere, eh?
Quand'anche questo lavoro fosse brutto -e non mi pare proprio- sinceramente sarei stato contento d'aver speso le mie 5 sterline per un gruppo che mi ha dato libertà di scelta sul prezzo, che si è sganciato dal vincolo con una major e che per questo, come già il suddetto e mai abbastanza idolatrato dalle folle direttore ha notato, non viene calcolato manco di striscio dalle radio, perlomeno per quanto ascolto qui dalle mie parti e per il tempo in cui posso ascoltare la radio. E' abbastanza inquietante, e nello stesso tempo limpidamente evidente, quanto la cosa sia palese, quasi scontata nella sua crudezza: tu non ti agganci al carrozzone commerciale fatto da major e radio? bene. Sei fuori. Se poi qualche stazione ha trasmesso qualche brano oggi o ieri o un altro giorno non so né posso dirlo, ma quantitativamente siamo con evidenza, e con tutta la prudenza possibile nel dirlo, prossimi allo zero, sebbene almeno un paio di brani di quelli finora ascoltati mentre scrivo potrebbero andare in radio senza disturbare l'orecchio medio (che detto così sembra una mostruosa protuberanza posta probabilmente sopra il naso, e invece è cosa peggiore).
Bravi Radiohead. Vi riconosco il merito di un'apertura concreta, materialmente rivoluzionaria e sincera verso il pubblico e verso il progresso, autenticamente inteso e interpretato. Chiaramente il modo di far commercio di musica in rete andrà via via tarandosi secondo strategie, scelte, marketing e così via, e la stessa scelta di cui parliamo è anche furbo marketing di nicchia, non lo discutiamo (ad esempio io, che non sono un accanito fan del gruppo, sono compratore proprio in virtù dell'idea), ma non ho mai pensato di demonizzare marketing e affini, ché un prodotto va non solo venduto ma anche saputo vendere, e non ci piove.
Anzi, guarda, direi un disc... un cidd... un lavoro che mi sta suonando bene, qui sul lettore che -ecco, poi vedremo pure questa cosa qui- proprio hi-fi non è ma suona. Voglio il formato non compresso! Voglio la qualità audio!
Allora via, compriamo a milioni il disc... il cidd... il support... l'ultimo dei Radiohead. Poi ci diventa il disc... (niente, non se ne esce ancora) l'opera più venduta della storia del mondo e cominciamo a cambiare un po' il mercato. Eh? Dai, dai... Eh? Facciamoci cogliere da entusiastico entusiasmo e compriamo tutti, fate un prezzo e via!
Fateci sapere, eh?
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