In collaborazione con Elenaledda Vox e Jazz in Sardegna
15 dicembre 2009
"ELENA LEDDA – CANTENDI A DEUS"
ROMA
Basilica di San Lorenzo in Lucina
ore 21,00
ingresso libero
con:
Elena Ledda, voce
Simonetta Soro, voce
Mauro Palmas, mandole
Marcello Peghin, chitarre
Silvano Lobina, basso
Michele Palmas - Suono
Appuntamento inserito nell'ambito della rassegna "I Suoni dell'Avvento"
Elena Ledda, cantante e ricercatrice, apprezzata in tutto il mondo come portavoce della ricca e originale tradizione musicale e linguistica della sua terra d'origine, la Sardegna, dopo l'anteprima dal vivo all'European Jazz Expo del suo ultimo progetto discografico "Elena Ledda - Cantendi a Deus", prodotto da S'ardmusic e Jazz in Sardegna, sbarca a Roma il 15 dicembre per debuttare con questo lavoro sul territorio nazionale, nella Basilica di San Lorenzo in Lucina alle ore 21,00 (ingresso gratuito). Un appuntamento realizzato in collaborazione con Elenaleddavox e Jazz in Sardegna e inserito nell'ambito della rassegna "I Suoni dell'Avvento".
Dedicato interamente al canto sacro Cantendi a Deus propone un lavoro intenso, emozionante, spirituale, che vede la splendida voce di Elena accompagnata dal suo quintetto: Simonetta Soro, voce; Mauro Palmas alle mandole; Marcello Peghin, chitarre e Silvano Lobina al basso. Musiche originali e arrangiamenti: Elena Ledda, Mauro Palmas, Marcello Peghin e Silvano Lobina; testi originali di Maria Gabriela Ledda e Michele Pio Ledda.
Frutto di una grande passione, di un amore profondo, e di una lunga ricerca nei canti sacri della tradizione, per la loro straordinaria varietà e ricchezza e la potente capacità comunicativa insieme a una primaria funzione sociale, Elena Ledda nel suo concerto "Cantendi a Deus" percorre un viaggio inedito nei diciotto brani originali cantati dalla sua voce intensa, recuperati e rivisti nel rispetto della tradizione, sotto la spinta propulsiva della contemporaneità.
In scaletta canti densi di pathos come "S'incominzu" ispirato ai quattrocenteschi "Canto della Sibilla" e "Ave Maria", entrambi di derivazione catalana; oppure "Orus a su sperevundu" e "Mamma nosta", di provenienza gregoriana. Elena attinge dai canti del Mese Mariano, della Festa del Patrono, della tradizione natalizia come "Gocius de su nascimentu", "Celesti Tesoru", e dalla vastissima varietà dei Rosari, ancora presenti in tutte le comunità dell'isola. Repertorio che attinge anche alle composizioni del XVII secolo ispirate al modulo della poesia estemporanea campidanese, su testo del poeta Chicheddu Deplano noto "Olata" (Quartucciu 1763). Una parte considerevole hanno i canti dedicati alla Pasqua: i momenti della passione e della resurrezione di Cristo vengono descritti in momenti di rara bellezza espressiva attraverso il dolore della madre Maria, figura sacra femminile che ricorre spesso nei lavori della voce più importante della Sardegna. Maria infatti rappresenta in un certo modo anche la cultura matriarcale della sua terra; Maria è sempre la protagonista, attraverso i suoi occhi tutto accade e tutto viene raccontato: la gioia, il dolore, la Passione. Riferendosi al suo progetto Elena afferma: "Il bisogno dello spirito prescinde dal dio nel quale crediamo e anche quando affermiamo di non credere in nessun dio, facciamo di tutto per "nutrirlo". Credo che i nostri tempi esigano più che mai un profondo senso "spirituale". Da questa esigenza, oltre che da un desiderio prettamente artistico, scaturisce questo mio appassionato cammino nel mondo del sacro."
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