Purtroppo i critici, i quali devono pur fare il loro lavoro, come hanno penalizzato pesantemente le precedenti edizioni di Sanremo, hanno voluto mantenere una posizione simile anche quest’anno. Se c’è la noia di Pippo Baudo, Sanremo va male; se c’è l’incompetenza di Panariello, Sanremo va malissimo; se c’è Bonolis, non è Sanremo ad andare male, ma lui stesso. Lo si è accusato di essere il “salvatore” della musica italiana, ma lui ha smentito più volte il fatto, confermando che ha cercato di fare semplicemente il suo lavoro come conduttore e direttore artistico. In seguito, si è detto che Sanremo risultava troppo spettacolare e poco musicale. Allora: se manca lo spettacolo ci si lamenta; quando ce n’è troppo non c’è Sanremo, insomma si può sapere cosa andate cercando? Lasciatemi dire che l’edizione del 2009 è stata di sicuro la migliore degli ultimi anni e che tutti dovremmo toglierci dalla testa l’idea che un Sanremo come quello in cui cantavano personalità come Modugno o Villa, abbia poche possibilità di tornare.
Lo spettacolo è iniziato il 17 del corrente mese con una vera e propria sorpresa: il ritorno di Mina, la quale ha aperto il festival cantando il “Nessun Dorma”” di Puccini, attraverso una registrazione video. Non era proprio ciò che ci si aspettava, ma chi sono io per criticare il lavoro di una “big” del genere? Pippo Baudo ha detto: “Puccini si sta rivoltando nella tomba” e, forse, non ha tutti i torti, ma se ora ci mettiamo a discutere anche su cosa Mina può o non può cantare, non è che facciamo grandi passi avanti. E’ pur vero che l’uscita dell’ultimo cd della leggenda italiana dopo Sanremo ( “Sulla Tua Bocca Lo Dirò”, disco dove vengono interpretati brani tra il musical e l’opera ), lascia intendere che l’apertura non sia stata una concessione della Tigre di Cremona, ma solo una buona idea promozionale. Mi rifiuto, comunque, di credere che Mina abbia bisogno di questi mezzi per vendere un suo cd. Nonostante tutto, è stata un apertura degna di essere chiamata tale.
Non è stata l’unica in tal senso: nelle serate successive si cercava sempre di fondere la musica dei tempi passati con la moderna, per farci ricordare che da anni si canta sempre la stessa immortale canzone ( bellissimo il collegamento tra il “Requiem” mozartiano e “Another Brick In The Wall” ).
Parlando delle canzoni, non si può dire che esse uguaglino la stessa spettacolarità del “Bonolis Show”, ma non è una novità che la musica stia degenerando, però qualche buon brano c’è stato, ma si è dovuto scavare ben a fondo per sentirne la vera melodia: è chiaro che qui, si vuole escludere il vincitore. Non dobbiamo rimanere delusi sul fatto che Marco Carta abbia vinto, poiché l’obiettivo del “Sanremo
Ps: togliamoci dalla testa l’idea che la presenza della De Filippi all’ultima serata, centri qualcosa con il risultato.
Parlando degli altri bisogna procedere per ordine:
AfterHours: loro sono bravissimi, ma per Sanremo non vanno bene; non importa, il pubblico non gli manca.
Francesco Renga: con “Uomo Senza Età”, ha voluto cantare il suo tributo a Pavarotti, ricalcando le note del “Nessun Dorma”; brano accettabile, dove Renga gioca molto sulla sua eccellente voce.
Patty Pravo: la signora di Sanremo…ne siamo sicuri? “E Io Verrò Un Giorno Là”, non sarà “Pazza Idea”, ma è comunque accettabile; decisamente non è stato nemmeno il migliore di tutti, come supponevano le statistiche.
Albano: tipica canzone del cantante pugliese; niente di straordinario, come un ultimo tentativo di strappare un attimo di celebrità.
Alexia feat Mario Lavezzi: “Biancaneve” è stata un’idea geniale; l’accostamento vocale è migliore di quello che ci si aspettava, poiché mette in evidenza un ossimoro musicale che funziona.
Dolcenera: “Il Mio Amore E’ Unico”…un’anticonformista, improvvisamente diventata un cigno dagli abiti firmati; la canzone è orecchiabile, ma lei è un’incoerente.
Gemelli Diversi: un hip hop che avvicina un altro tipo di pubblico al festival; la band ha scritto un buon testo di denuncia sociale, ma presentarlo a Sanremo non è stata una mossa saggia.
Fausto Leali: brano che parla dei figli che crescono; Fausto c’è, ma il testo è lontano anni luce da lui.
Marco Masini: “L’Italia” si tratta di un’invettiva nei confronti di un uomo innamorato del suo paese; canzone molto criticata per la presenza di una parolaccia ( ma riferita a Masini, non capisco dove sia la novità! ); linea melodica abbastanza piatta.
Nicky Nicolai & Stefano Di Battista: bellissimo l’intro di sax, ma poi si apre la vera canzone; la voce di Nicky, non si dimostra adatta per un brano così solare ( co-autore: Jovanotti ), che ci lascia sconcertati sul passato della band.
Povia: “Luca Era Gay”…un testo criticato da tutto e da tutti che, però, è saputo arrivare in finale; non era così sovversivo, o meglio, visto c’è libertà d’espressione in musica, Povia scrivesse quello che gli pare; solo un piccolo appunto: ringraziasse i giornalisti se è arrivato in finale, e non se stesso.
Pupo, Paolo Belli & Youssou N’Dour: una canzonetta leggera, dove prevale solo la voce del cantante senegalese; possono legarsi varie linee melodiche a “L’Opportunità”, ed è per questo che potrà aprire le speranze su vari fronti.
Sal Da Vinci: “Non Riesco A Farti Innamorare” è una canzone molto bella e la voce di Sal è forte; giusto il terzo posto.
Tricarico: non si dovrebbero fare preferenze, ma lui è stato il migliore; “Il Bosco Delle Fragole”, a primo impatto, sembra una canzone quasi ridicola e ripetitiva, che lascia libero spazio al pensiero che ci sia stata molta superficialità nello scriverla, ma bisogna ricordarsi che l’autore è Tricarico; la canzone parla di un uomo che finalmente decide di abbandonare il mondo delle favole, per avvicinarsi ad una realtà matrimoniale vera e propria cercando di rimanere se stesso. Francesco non deve cercare il suo pubblico a Sanremo, ma deve muoversi fuori di esso, come ha fatto in passato, perché lui è pronto per il grande pubblico, ma è quest’ultimo che non è pronto per lui.
Iva Zanicchi: la canzone più penalizzata del festival a causa della polemica di Benigni? O una canzone che è diventata famosa grazie a Benigni? A voi la scelta, ma
Passiamo ai giovani: si dice che siano stati penalizzati per essere passati in prima serata insieme ai veri Big della musica italiana e non ( Pino Daniele, Riccardo Cocciante, Gino Paoli, Burt Bacharach ecc. ), i quali si sono presi il loro abbondante spazio dopo le esibizioni dei loro protetti. Sinceramente parlando, se non fosse stato per la loro presenza, chi le notava le nuove proposte? Un grande applauso va a Malika Ayane con la delicatissima “Come Foglie”, a Iskra, la corista di Lucio Dalla, per la purezza di “Quasi Amore”, a Simona Molinari per la divertente “Egocentrica” e a Filippo Perbellini per la “cocciantesca” e incantevole “Cuore Senza Cuore”. Il resto è rappresentato da testi banali e vani tentativi di cercare vocalizzi che altalenavano tra tonalità alte e basse, risultando, a volte, anche stonati. Tra tutti, ecco emergere Arisa con la sua “Sincerità”. Lei sembra un Calimero donna, ed è buono vedere come, stavolta, non ha vinto l’estetica, ma un testo pulito e incredibilmente chiaro e conciso.
In quest’edizione del festival è stato indetto un concorso on line per giovani cantautori: un buona proposta che è stata vinta da Ania con la sua “Buongiorno Gente”.
Da aggiungere che hanno contribuito alla spettacolarità anche celebrità internazionali e non come Hugh Hefner, Kevin Spacey,Giovanni Allevi, Kate Perry e tante altre. L’esibizione migliore? Il grande ritorno della PFM che dedica un tributo a De Andrè cantando “Bocca Di Rosa” e “Il Pescatore” insieme a Stefano Accorsi e Claudio Santamaria.
Insomma, Sanremo quest’anno è stato meglio di quanto ci si aspettasse, non solo grazie al grande talento di Paolo Bonolis che ha saputo regalare momenti incredibilmente comici insieme alla sua inseparabile spalla Laurenti ( voce meravigliosa ) e attimi drammatici grazie a delle propagande su delle associazioni di assistenza sociale. Non sarà stato il festival della musica, ma decisamente è stato salvato qualcosa che sarebbe stato destinato alla morte.
Possibile che in pochi l’abbiano capito?
Simone Vairo
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