venerdì 30 novembre 2007

Liga - Paura di niente...

Ora: a me Liga non è che piaccia granché. Secondo me è una persona con bei pensieri ed una coerenza d'intenti che apprezzo. Musicalmente lo trovo ripetitivo e senza idee nuove; i testi hanno cose condivisibili ma non mi prendono "la pancia", cosa che al di là dell'oggettività richiesta a chi scrive di musica distingue quest'ultimo da un fan, da un tifoso, da un appassionato.
Succede però che, per via di un tour e di alcune iniziative collegate, ai fan di Liga sia stato chiesto di scrivere poche (espressamente limitate) righe aventi come tema il proprio sentire legato alla canzone "niente paura" e a ciò che questa, e la paura in genere, in qualche modo ispirano. Ecco un racconto vincitore, che mi piace pubblicare per vari motivi: perché è vero, tanto per cominciare, e poi perché, continuando ad andare al di là dei gusti personali, un musicista che spinge le persone a sentire quel che hanno dentro crea valore, e questo fa, semplicemente, bene.




fp_tribe - Paura di niente...

..in fin dei conti il significato rimane lo stesso: come dice una nota regola matematica, se cambi gli addendi la somma resta uguale.
Io sono uno di quelli che sente il proprio tempo 'stringersi', che ha il vomito per le cose storte che lo circondano, che aspetta ancora le tante promesse fatte dal cielo. Paura? Si,a volte sì. Perchè comunque siamo esseri umani, capaci di sentimenti che non sono solo amore, gioia e paillettes come 'Signora televisione' spesso ci vuole far credere. Conosciamo le paure quando le sperimentiamo sulla nostra pelle e ne rimaniamo segnati,a volte per sempre. Ma è proprio quando sei investito dalle tue paure che senti uscire un inspiegabile istinto di sopravvivenza, ed allora tiri fuori gli artigli, tieni botta e sputi fuori tutto il coraggio che hai.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Premessa obbligatoria : amo la musica d'autore italiana ed in particolare sono un 'fan' del cantautore di Correggio.
Ho letto e riletto diverse volte questo post prima di scrivere il mio commento, e confesso che inizialmente ho 'digerito' un pò male le prime 6 righe; si è trattato ovviamente di un momento di istintiva riluttanza,passato il quale non ho potuto che condividere il distinguo per cui : "il critico sta all'appassionato come l'obbiettività sta al...fanatismo" .
L'elemento chiave che il post mette in evidenza, e di cui vorrei dare anche la mia opinione, è certamente quello della musica vista come veicolo di valore e di valori.
Ogni giorno la musica ci accompagna in sottofondo in quello che facciamo : nei centri commerciali durante il nostro shopping, nella metro mentre aspettiamo il treno, dal barbiere mentre parliamo di calcio o di politica. Noi magari non ce ne accorgiamo ma 'lei' ci segue.
A volte però succede che certa musica si 'stufi' di essere ascoltata solo distrattamente ed allora, mentre sei nella tua auto o quando indossi le cuffiette del tuo lettore mp3, ecco capita che la tua attenzione viene rapita da quei 3-4 minuti di parole e musica, che stavolta non passano inascoltati ma che anzi riescono a suscitare dentro di te emozioni e sentimenti improvvisi.Ovviamente questa reazione non è controllabile e quindi il suo verificarsi o meno sfugge a qualsiasi criterio razionale.Ad esempio, ricordo la prima volta che ascoltai la canzone "lettera a G" (sempre di Ligabue),brano poco sponsorizzato da radio e media. Per me di solito il primo ascolto di un cd rappresenta ancora il prendere contatto con le canzoni in attesa di riascoltarle meglio; quella canzone però, probabilmente aiutata dal momento che stavo vivendo, ha catalizzato da subito la mia attenzione e, mentre scorrevano il testo e la musica, vedevo passare davanti agli occhi un film già visto e di cui conoscevo bene il finale.Bè, quella è stata l'unica canzone per cui istintivamente mi sono commosso davvero.
Chiudo con una considerazione : la musica è un arte e credo che come tale vada trattata.Se in un museo passo davanti ad un dipinto che mi colpisce, lo guardo con attenzione e ne apprezzo i colori e lo stile.Se in una chiesa mi imbatto in una statua che mi piace, cerco di capirne i dettagli delle forme e delle espressioni. Allo stesso modo credo che se in una canzone, avvertiamo quel mix di musica e parole che ci attrae più del solito...bè certo non costa nulla trovare qualche minuto di tranquillità per riascoltarla con attenzione dalla prima all'ultima nota e chissà forse potremmo scoprire un nuovo modo per emozionarci.

Pier ha detto...

Sono molto ma molto d'accordo. Purtroppo molta della musica che gira intorno è "fatta" per un mercato, e quindi come tale non è arte, bensì è un prodotto, il che tecnicamente non configura un disastro ma fa sì che la sua capacità di emozionare, di prendere ciascuno da dentro, sia pressoché nulla (e del resto non è fatta per questo!); d'altra parte questo diventa automaticamente un ottimo metodo "oggettivo" (PAROLONE!!!) per scegliere, intanto, tra musica BELLA e BRUTTA, dove la bellezza e la dignità d'essere ascoltata sono concetti molto vicini. Poi i gusti diranno a ciascuno se appassionarsi o no, se commuoversi, se innamorarsi di quella musica o considerarla semplicemente una bella opera d'arte che però non ci cattura. La musica brutta resterà al di fuori di questa scelta interiore...