sabato 17 marzo 2007

segnalazione: RADICI

riceviamo e volentieri pubblichiamo...

RADICI

Ninna nanne, serenate, marce funebri

Oratorio per soli, gruppo vocale, banda e orchestra popolare

Di

Ambrogio Sparagna

con la partecipazione straordinaria di

Nino D'Angelo

voce solista

MERCOLEDI 21 MARZO SALA SANTA CECILIA ORE 21

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Gruppo vocale Quinta Aumentata: Anna Rita Colaianni, Susanna Ruffini, Claudia Scalmana, Arianna Rumiz, Alessandra Del Monti

Grande Complesso Bandistico Città di Sessa Aurunca, diretto da Benedetto Zonfrillo

Orchestra Popolare Pizzicata

con

Mimmo Epifani mandola

Erasmo Treglia ghironda, ciaramella, tofa, flauto di corteccia, scacciapensieri

Giuliana De Donno arpa popolare

Francesco Del Prete violino

Emanuele Coluccia sax soprano

Marco Tomassi zampogna melodica

Luigi Pignatiello chitarra

Clara Graziano, Dilva Foddai, Marco Loche, Monica Neri, Silvia Gallone,

Francesco Filosa, Giuseppe Masella, Raffaele Pinelli organetti

Maurizio Sparagna tastiera

Ottavio Saviano batteria

Claudio Di Trapani contrabbasso

Valentina Ferraiuolo, Riccardo Laganà, Silvia Gallone tamburelli e tammorre

Radici è uno spettacolo che propone un viaggio profondo nella memoria musicale tradizionale mediante l'utilizzo di uno straordinario organico capace di segnare con la diversa qualità dei propri suoni la varietà dei sentimenti offerti . Lo spettacolo, sia per i contenuti che per le strutture musicali impiegate, si configura come un esempio particolare di oratorio popolare caratterizzato dalla presenza di voci soliste, un'orchestra di strumenti popolari e un complesso bandistico.

A questo grande complesso strumentale di oltre settanta elementi si aggiunge la voce di Nino D'Angelo che interpreta una serie di brani cantati e recitati.

Lo spettacolo racconta il ciclo della vita e inizia con un grande suono di festa eseguito da tutto il grande complesso strumentale. Dopo questo preludio fanno seguito momenti più lirici legati al repertorio delle ninne nanne e canti di serenate.

In particolare Radici propone alcuni esempi classici di serenate come Lu cardillo, Era di Maggio affidate all'interpretazione originale di Nino D'Angelo, accompagnato dall'organico di strumenti popolari.

Accanto a questi esempi lo spettacolo si arricchisce anche di serenate pugliesi e salentine mentre la dimensione della vita che scorre con forza è segnata da una ricca presenza di tarantelle, pizziche, tammurriate e moresche eseguite da tutto il grande organico strumentale.

Alcune marce funebri tipiche dei cerimoniali della Settimana Santa del Meridione segnano i momenti tragici del distacco dalla vita che però prepotentemente ritorna nella scena conclusiva di questo oratorio che si chiude, così come si era aperto, al suono di una grande musica da festa: un travolgente e straordinario inno alla vita composto su un trascinante tempo di pizzica.

La Musica è compagna di vita. In ogni suo momento scandisce con profondo sentimento tutti gli aspetti più significativi dello scorrere del tempo umano. Ciò è sempre avvenuto con particolare evidenza nella civiltà contadina, dove per segnalare le varie fasi dell'esistenza venivano utilizzate forme e modalità esecutive specifiche.

Ninne nanne, serenate, marce funebri segnavano i momenti "forti" della vita.

Agli albori dell'esistenza, la ninna nanna, che accompagnava l'evento della nascita e lo scorrere temporale della prima infanzia, con la sua dimensione intima e quasi ripiegata all'interno del nucleo familiare, era infatti cantata da una voce femminile solista. Quasi come la madre offre al figlio le prime conoscenze della vita e dell'amore, così la ninna nanna educava all'apprendimento sonoro e musicale con la sua particolare forma compositiva.

L'adolescenza e la giovinezza sono i momenti della vita in cui si manifestano sentimenti e relazioni e la serenata , come uno specchio, rifletteva questo bisogno di socialità mediante l'utilizzo di un organico strumentale articolato che sostiene la voce.

La marcia funebre, infine, è il componimento che sancisce il distacco dalla vita .

Laddove il momento della nascita era segnato da una dimensione introspettiva della musica, e la giovinezza da una relazione significativa tra voce e strumenti, la morte era accolta da un evento cerimoniale in cui la comunità era protagonista dell'evento, e ne accompagnava il passaggio attraverso una musica elaborata da un grande organico strumentale.

All'inizio della vita il canto è dunque intimo, personale, materno; nel fiorire dell'esistenza è l'uomo stesso che canta la sua dimensione "forte"; alla fine è invece il gruppo che sancisce, attraverso il lamento, l'elaborazione del cordoglio e il sentimento di perdita corale.

Biglietto 20 euro. Info 06-80241281


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