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domenica 20 luglio 2008

UJ 08 - comunicato finale dell'organizzazione

...e a presto per le mie considerazioni.

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Per l’Associazione Umbria Jazz si chiude oggi una edizione di successo e, insieme alla edizione 08 del festival, si conclude una fase. Non è la prima volta, Umbria Jazz ha già attraversato, in passato, fasi diverse, affrontato processi di modifica e ristrutturazione, ripensato formule e strutture.


1973 - 1978: Umbria Jazz fenomeno di costume, grande musica (gratuita) nelle piazze, viaggio (dis)organizzato per far battere ai ritmi della contemporaneità il cuore storico e ambientale dell'Umbria. Volontariato, Apt, uffici regionali nella difficile gestione di un evento che, nel bene e nel male, esplode.


1982 - 2008: la rinascita, la crescita, il successo mondiale. Nuova formula: due città (Perugia in estate, Orvieto in inverno), apertura a generi musicali diversi, location sempre più grandi per un grande pubblico. Associazione Umbria Jazz per costruire anno dopo anno le diverse edizioni, Fondazione Umbria Jazz per dare stabilità finanziaria.


Dal 2009 si apre una fase nuova. Umbria Jazz archivia le strutture che hanno governato il festival e avvia, prima di tutto con il proprietario del marchio, la Regione Umbria, una riflessione sul futuro. Con l'intenzione di garantire la continuità del festival rispondendo in modo adeguato alle esigenze poste dalle dimensioni, dalla complessità organizzativa, dal budget, dai rapporti con gli sponsor, dalla peculiarità dello show business ai grandi livelli, dalle politiche di comunicazione, dalle relazioni internazionali.


Umbria Jazz riparte da 35 anni di successo. Il festival non è mai stato in buona salute come adesso per popolarità, affidabilità, risonanza mondiale. E' un festival sano economicamente. E' un festival che restituisce un forte indotto economico e, aspetto ancora più importante, è testimonial dell' intraprendenza, della capacità progettuale, della fantasia creativa di una piccola grande regione. Elementi che non devono far perdere di vista un dato fondamentale: Umbria Jazz 2008, l'Umbria Jazz dei Rem, e quelle immediatamente alle spalle di Eric Capton, Santana, Elton John, Van Morrison, James Brown, sono nate dallo stesso assetto e con gli stessi processi organizzativi di venti anni fa, l'Umbria Jazz dei Giardini del Frontone, del jazz per puristi, di un budget che ammontava a un miliardo di lire circa, a fronte dei 3 - 3,5 milioni di euro delle ultime edizioni. Ogni volta, un piccolo miracolo che si ripete.


L'Associazione Umbria Jazz rivendica con orgoglio i risultati, che sono sotto gli occhi di tutti. Meno noti, meno evidenti, ma enormi gli sforzi, i sacrifici, le tensioni e il lavoro che, edizione dopo edizione, hanno prodotto quei risultati. Questo, anche nel reperimento e nella gestione degli sponsor privati.


L’Associazione ha ritenuto di dover affrontare il futuro nel momento del successo: Umbria Jazz non vuole, né merita di rischiare i lunghi, pericolosi tempi del declino, come accade alle manifestazioni che vivono solo del loro presente. Si tratta dunque di adeguare il modello organizzativo, gestionale e finanziario ai tempi e allo status attuale del festival.


In questa riflessione l'Associazione ha trovato il conforto delle istituzioni, in primo luogo la Regione. Il percorso, si augura l'Associazione che lo seguirà con estrema attenzione, sarà condiviso e porterà, al termine, a un nuovo assetto organizzativo che superi le attuali strutture, Associazione e Fondazione, con il primario obiettivo di assicurare anzitutto gli obiettivi della continuità artistica e della stabilità e certezza di finanziamenti, pubblici e privati. Altro obiettivo, nell'interesse del festival, è la salvaguardia di flessibilità e autonomia, in un contesto di assoluta trasparenza, indispensabili per una manifestazione che opera in campi per nulla burocratici, spesso all'insegna dell'improvvisazione, con tempi quasi sempre imprevedibili.


In questo processo, è auspicabile anche una partecipazione più attiva di quanto non sia avvenuto fino ad oggi, delle forze vive della regione, imprenditoria e commercio innanzi tutto. Dopo 35 anni è impensabile che Umbria Jazz non sia riconosciuta come un patrimonio su cui investire per migliorare e fare crescere ancora le sue potenzialità e i suoi benefici. Il tempo di stare alla finestra e guardare è finito.


L'Associazione è molto fiduciosa e si inoltra in questo percorso con l'obiettivo di aprire e sviluppare un'altra delle tante vite della manifestazione. Comunque sia, resterà invariato il legame con l'Umbria, la sua immagine, la sua identità.

mercoledì 16 luglio 2008

UJ 08 - Libri sì, libri boh

Succede che in 2 giorni vengano presentati qui a Perugia, 2 libri. Il primo è il dizionario del jazz, che rispetto all'edizione francese esce aggiornato, riveduto e (parzialmente) corretto. Il secondo è The John Coltrane Reference, che in lingua italiana non uscirà probabilmente mai ma che forse potrebbe trovare una distribuzione italiana (...).
Nel mastodontico tomo su Coltrane c'è una discografia curatissima, foto importanti e significative, una biografia pressoché (ma anche letteralmente) quotidiana del grande sassofonosita. Non un romanzetto, insomma, ma un libro tecnico, di dettaglio, analitico fino al quasi atomico. 
Il dizionario del jazz raccoglie in 2500 voci musicisti, stili e parole del jazz, cose da conoscere o anche semplicemente utili per curiosi, appassionati o specialisti a corto di quella nozione che serviva a completare un articolo da scrivere.
In un caso si è di fronte ad un riferimento in senso assoluto, qualcosa che, semplicemente, altrove non esiste (forse esisterà, certo). Un inarrivato compendio che dice tutto l'attualmente dicibile su un musicista, tutto in un posto, tutto lì, peraltro a raccontare un mito che comunque ci ha lasciato e che quindi, nuove scoperte sul suo passato a parte, non ci darà novità in futuro.
Nell'altro caso si resta un po' perplessi per alcuni motivi. Il primo e più evidente riguarda wikipedia, la rete tutta, la navigazione via dispositivi mobili e quindi di fatto ormai permanente, la disponibilità perfino ridondante ed anzi talvolta eccessiva e fuorviante di informazioni a qualunque livello; tutto ciò come si rapporta con un supporto cartaceo e quindi di suo immobile nel tempo? Il secondo motivo, che pure viene utilizzato spesso in vari articoli, sta nel gioco di ricerca che porta a dire "questo manca, quest'altro manca, di questo si parla troppo poco"; un gioco stantio ma indicativo dell'implacabile incompletezza a cui si perviene inevitabilmente con queste opere. Il terzo è in errori rinvenibili con una certa facilità che portano a pensare ad una messa in commercio un po' affrettata.
Il tutto, in entrambi i casi, restando comunque felici del fatto che si parli, si scriva e si legga di jazz. Che è bello, Bello... e che merita di vivere della sua stessa vitalità più di quanto questa versione piuttosto appiattita di Umbria Jazz ha saputo offrire finora.
A voi decidere come assegnare (serenamente, pacatamente) le due pubblicazioni ai due casi...

martedì 15 luglio 2008

UJ 08 - Cassandra Wilson

Posso dire che, insomma, non è che si sia sforzata tanto tanto?
Gruppo ottimo, con batteria e chitarra davvero speciali (il piano ha riscosso un successone, efficacissimo anche se talvolta un po' ruffianello); la Wilson, sulla cui timbrica c'è poco da dire e tanto da ascoltare, fa però proprio esattamente quel che sa fare, senza muoversi d'un palmo da una valida interpretazione, consolidata dall'esperienza, di brani su cui qualcosina di un po' distintivo dalla normalità sarebbe stato apprezzato. Naturalmente parliamo comunque di una grande, ma tutto sommato non ci si è allontanati dal concerto di una brava cantante jazz, senza che però l'atmosfera live abbia potuto regalare molto altro rispetto ad una registrazione, senza la sensazione, sempre un po' preannunciata quando si tratta della Wilson, di trovarsi ad affrontare un concerto... da urlo.

UJ 08 - Joe Locke Force of Four

Un bel quartetto, divertente e scintillante, alla Rocca Paolina, dove peraltro Locke già l'anno scorso aveva dato quotidiane performance relativamente però alla musica del Modern Jazz Quartet. Se i tre del gruppo che accompagnano il vibrafonista suonano "bene" (che qui, a parte qualche eccezione, è la norma) Locke è davvero trascinante per potenza, con quel suo sfrenato ed irruento correre negli assoli spinti a livelli di virtuosismo ed energia vorticosi. Se su "disco" (prima o poi bisognerà abbandonare il concetto di forma, ma intanto va così) ascoltarlo è interessante, dal vivo l'esperienza è moltiplicata per spontaneità e coinvolgimento. Sentire quel vibrafono ora sussurrato e morbidissimo seppur nitido nel tocco ed ora respirare ruggendo è fantastico, proprio perché dà il massimo del significato alla parola live.

lunedì 14 luglio 2008

UJ 08 - Sonny Rollins

Dice "allora, com'è andata?".
O cose tipo "come ha suonato?".
Ecco, il punto è questo. Sonny Rollins, classe 1930, a tutt'oggi non è che suoni bene o male o così o cosà. Ancora una volta ha suonato, è stato Sonny Rollins. Un'energia da trasportarci l'intero gruppo che lo accompagnava. Su questo punto mi resta la perplessità, ancora una volta, riguardo i gruppi di Sonny Rollins: batterista a parte... non si era all'altezza manco un po', con menzione speciale -al contrario, intendo- per il bassista, valido quanto basta (quanto basta) per accompagnare ma imbarazzante negli assoli, brutti perfino per timbrica e inconcludenti.
Rollins, si diceva. 
Di Bollani per statuto si deve dire istrionico; per Rollins fa un sacco inelegante se non dici torrenziale.
Torrenziale.
Pochissimi brani, la tracklist forse più corta di Umbria Jazz ma un mare di voglia di improvvisare, con un fluire quasi ininterrotto pieno di storia, tradizione, radici e musica popolare, di tanto tanto jazz, di giochi a citare continui e ancora divertiti.
Rollins ha suonato!

UJ 08 - Ramberto Ciammarughi, Miroslav Vitous, Fabrizio Sferra

Gran concerto, soprattutto perché la proposta portata qui è quella di un jazz contemporaneamente molto strutturato nella parte compositiva e con uno spazio improvvisativo che sa di introspezione e che richiede un ascolto attento, svincolato da generi e tradizioni... insomma, presente e libero. Ciammarughi, molto ricco nel tocco ma anche nelle costruzioni che articola, si fa "accompagnare" da due musicisti che aggiungono moltissimo valore alla performance. Sulle biografie dei due non dico nulla e come al solito rimando ai siti web ufficiali degli artisti (ché qui non ci piace fare né i ripetitivi né gli articoletti standard coi copiaincolla travestiti da sapienza!), ma la loro capacità di articolare discorsi compiuti e fortemente suggestivi utilizzando il bagaglio tecnico non come meta ma come veicolo per raggiungerla è strepitosa. Per certi versi il loro livello nel far jazz è così elevato da esporre il leader del trio ad un limite, che è quello, pur attentuato proprio dall'essere il leader del progetto, di suonare un po' "da solo", in contrasto con la grandissima sensibilità degli altri due nel sentire e rendere il loro suonare armonico con ciò che attorno a loro suona. Quanto!

UJ 08 - Stefano Bollani, Caetano Veloso

UJ propone ormai da anni queste seratone all'Arena di Santa Giuliana, appena fuori dal centro. Sabato 12/7 è stato il turno di Stefano Bollani col suo progetto Carioca, poi di Caetano Veloso e poi di uno spazio condiviso.

Bollani, può, semplicemente, fare praticamente ciò che vuole col pianoforte. La sua straordinaria padronanza tecnica è cosa nota, e questo progetto sposta ancora di qualche grado in là la sua capacità di orizzontarsi un po' ovunque. Col Brasile ha giocato in modo scherzoso seppur rigorosissimo, con un momento davvero esilarante nella sua particolarità quando ha proposto a straclassica "Tico Tico" che immediatamente ha fatto partire tutti col canto, e che però ha creato da subito problemi facendo smettere tutti perché è stata proposta con continue variazioni armoniche a spostare di un semitono in alto o in basso la frase musicale rispetto alla sua partenza, quindi in sintesi con MilleMila cambi di tonalità nell'intero brano, rendendolo ugualmente riconoscibilissimo ma alterandolo completamente sul piano della cantabilità.

Poi Veloso. Pantaloni, polo, occhiali, sedia, chitarra classica. Una specie di Gaetano Curreri, a vederlo da lontano (è pur vero che io da lontano posso vedere cose che voi umani...). Seduto come fosse in un salottino con 7-8 amici, Veloso ha cantato splendidamente (a me il genere piace relativamente, ma non vedo perché la cosa dovrebbe interessarvi, sicché avanti così) accompagnandosi con semplicità e bellezza, parlando qui e lì dei brani e creando un'atmosfera davvero intima e un po' magica (cosa bizzarra in uno stadio) nonostante un'inattesa frangia estremista di pochissime scatenate supporters del nostro sguaiatamente urlanti.

Nel momento in cui Bollani (da solo o col suo gruppo) e Veloso hanno suonato assieme il mood è stato più quello del cantante brasiliano che quello della prima parte di concerto, ma la bravura di Bollani sta anche nel saper recitare ruoli adatti alla situazione di volta in volta.

E bravi...!

UJ 08 - Gianluca Petrella

Ero abbastanza convinto che, per i giorni di festival che mi riguardavano, questo sarebbe stato il concerto meno classico e quindi, in quest'ottica, il più interessante. 
Ad oggi non cambio idea. Gli altri concerti han tempo fino a domani per smentirmi, ma dubito.
Petrella e la sua Cosmic Band hanno dato una bella prova di jazz moderno, maturo più di quanto l'età dei musicisti possa far supporre. Non che il trombettista, pur giovane, abbia alle spalle robetta, per carità, ma è abbastanza sorprendente ascoltare queste costruzioni magari non ipercomplesse ma architettate con cura, costruite con un bel senso dello spazio e con una solida concezione della musica per organici non piccoli (in questo caso dieci elementi, con 4 fiati, piano, synth, percussioni, chitarra e sezione ritmica).
Qualcosa di questo progetto riporta di certo a Sun Ra, ma è un appiglio per farvi capire più o meno dove siamo. Giovani e bravi, gli elementi del gruppo (mi prendo il merito di aver colto per tempo la bravura di Giovanni Guidi al suo primo CD per la CAM Jazz) riconoscono il leader "a vista", letteralmente, e lo seguono in movimenti netti e molto belli da vivere live.
Insomma: rivoluzioni no, neanche stavolta, ma la voglia di dire cose nuove e spingersi un po' più in là è stata in questo concerto, e poco o per nulla altrove, finora. Fammi dire pure che a leggere il programma è tutto chiaro, come dalla prima occhiata appariva e come via via sta accadendo, ma a maggior ragione, in un festival che non rischia, fa molto bene ascoltare gente come Petrella (anzi, Petrella, perché la "gente come Petrella" al momento non l'ho ascoltata, per quest'anno).

sabato 12 luglio 2008

Umbria Jazz 08 - Si comincia con Pat Martino...

...o per meglio dire comincio io con Pat Martino, ché Umbria Jazz è già iniziato da un po' senza manco il decoro d'aspettarmi. 
Ma tu guarda.
Facciamo così: fingo indifferenza e proseguo diritto. Ho dato un'occhiata al programma; stavolta mi fermerò solo quattro giorni ma direi che con buona probabilità non mi perderò l'edizione più sconvolgente e dinamitarda della storia del festival. C'è molto jazz classico e molti sconfinamenti, già resi consueti dal passato ma in aumento, non verso il pop ma propriamente dentro: domenica si chiude coi REM (pare che Michael Stipe, in omaggio al jazz, non farà ciò che ogni volta ripetee invece improvviserà qualcosa di nuovo: sarà intonato dal vivo! No, così non mi credete più, ok, scherzavo, naturalmente scherzavo.
Pat Martino, dicevo, per cominciare. Jazz classico, appunto, nello specifico in quartetto con piano acustico o elettrico, contrabbasso e batteria. Chi conosce lo "storico" chitarrista sa già tutto, chi non lo conosce sa già cosa aspettarsi se ne ascolta un paio di brani, e la cosa non deve essere intesa per forza come un difetto; per alcuni può esserlo ma è anche una garanzia, perché quando sai cosa cerchi e vuoi proprio quel tipo di musica... trovarla non è necessariamente semplice, e trovarla ad alto livello neanche. Rassicurante.

sabato 16 febbraio 2008

Umbria Jazz 2008

Prime notizie ufficiali sull'edizione 2008 di Umbria Jazz.
"Jazz?" si chiederà qualcuno durante la lettura... Eppure (epperò) a fine comunicato noterete anche che...

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I R.E.M. sono tornati! Saranno in tour in Europa tra luglio, agosto e settembre, a seguito della pubblicazione del loro nuovo lavoro discografico, ‘Accelerate’, in uscita nel mese di aprile, e che verrà anticipato dal singolo ‘Supernatural Superserious’.
Il tour europeo, che seguirà le date americane di maggio e giugno, rappresenterà un grande ritorno live per Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills, che hanno suonato dal vivo in Europa per l’ultima volta nel 2005, davanti a più di un milione di persone.
Il tour italiano avrà inizio il 20 luglio in occasione della serata conclusiva di Umbria Jazz, all’Arena Santa Giuliana.
‘Accelerate’, primo LP in studio dal 2004 e quattordicesimo album in studio della band, è uno dei dischi più attesi del 2008. Registrato a Dublino, Vancouver e Athens con il produttore già vincitore di un Grammy-Award Jacknife Lee, viene finalmente pubblicato dopo 5 concerti all’Olimpia Theatre di Dublino, lo scorso luglio, in cui la band ha “testato” i primissimi demo del disco.
Jacknife Lee, già noto per aver prodotto l’album degli U2, How to Dismantle an Atomic Bomb, ha anche lavorato ai lavori di Snow Patrol, The Hives, Kasabian, Aqualong e Bloc Party.
L’album verrà pubblicato il 1° aprile dalla Warner Music.
Confermati inoltre per UMBRIA JAZZ 08 : SONNY ROLLINS, in esclusiva italiana per il 2008, PAT METHENY, GARY BURTON,CASSANDRA WILSON, HERBIE HANCOCK, ALICIA KEYS, ENRICO RAVA, STEFANO BOLLANI, PAOLO FRESU, MARIO BIONDI.
Il programma definitivo e le date saranno presentate nel mese di Aprile.
Le prevendite per il concerto dei R.E.M. del 20 luglio e di SONNY ROLLINS il 13 luglio, avranno inizio il 14 febbraio, sul nostro sito sarà attivo un link per l’acquisto on line dei biglietti.
E’ inoltre possibile scaricare dal nostro sito il materiale per iscriversi alle BERKLEE SUMMER SCHOOL AT UMBRIA JAZZ CLINICS 2008 che si terranno dall’8 al 20 luglio 2008.

venerdì 1 febbraio 2008

Comunicato da Umbria Jazz - Contributo governativo

UMBRIA JAZZ

Il Ministro Rutelli ha portato con sé una bellissima notizia per Umbria Jazz, inaugurando a Perugia la mostra del Pintoricchio. Il Ministero per i beni e le attività culturali ha destinato un contributo di trecentomila Euro ad Umbria Jazz. Era una promessa fatta lo scorso luglio la sera del concerto di Keith Jarrett, ed il Ministro l’ha onorata con puntualità.
Ne siamo felici perché finalmente un governo nazionale ha preso atto di quanto Umbria Jazz abbia contato e conti per l’ Umbria, sia dal punto di vista culturale che turistico, e più in generale per la musica in Italia. E’ una cifra importante, soprattutto in considerazione delle assenze di risorse statali del passato. Umbria Jazz ringrazia il Ministro Rutelli e considera il suo sostegno come un riconoscimento e nello stesso tempo un incentivo nei confronti di una manifestazione che non ha fatto che crescere in significati artistici, popolarità, immagine, partecipazione di pubblico, indotto economico.
Nel raggiungimento di questo obbiettivo è stato fondamentale, come sempre è accaduto nei momenti delicati e decisivi del festival, il supporto delle istituzioni dell’Umbria, per il quale ringraziamo la presidente della giunta regionale, Maria Rita Lorenzetti, il sindaco di Perugia, Renato Locchi, e l’ assessore provinciale Sauro Cristofani.
Umbria Jazz risponderà nel modo migliore, a partire dall’ edizione 2008, alla ulteriore conferma di fiducia da parte delle istituzioni dell’ Umbria.



Associazione Umbria Jazz

giovedì 19 luglio 2007

UJ 07 - Keith Jarrett si SCUSA??? (peggio di Fonzie...)

"Avrebbe potuto dire la stessa cosa a New York o Parigi".
Il manager di Jarrett ha detto in una mail all'organizzazione di Umbria
Jazz, come riportato un po' ovunque in rete, varie cose tra cui questa
frase per esprimere il dispiacere di Jarrett per quanto "accaduto" -per quanto ha fatto accadere, più precisamente-.
Bene.
Che scuse significative...
Praticamente il problema non sta nel fatto che ha insultato una città.
Avrebbe insultato qualunque altra città, non offendetevi! Eventualmente Perugia è solo una città maledetta ma, per carità, come ce ne son tante, diciamo!
Messa così siamo completamente riappacificati! Che cuore d'oro!

Mah...

mercoledì 11 luglio 2007

UJ 07 - Joe Locke

La grande musica di Milt Jackson proposta da Locke con quello che è stato anche il gruppo di Jackson stesso. Un'esperienza eccezionale per il musicista ma anche, decisamente, per chi in questi giorni ha vissuto l'ascolto di questo jazz. Lo spazio della rocca paolina si è rivelato un angolo caratterizzato da un'atmosfera speciale e molto da appassionati, con quella sala che si scaldava non solo dei troppi gradi ma anche e soprattutto del feeling con cui i musicisti l'hanno riempita. Locke ha suonato alla grande, sfidandosi in un ambito certamente non semplice per via dello scomodissimo paragone cui si è sottoposto; l'energia del suo suopnare ha reso i suoi concerti degli spazi davvero speciali lungo le giornate del festival.
Piccola -non tanto- e divertentissima annotazione: nel concerto di ieri sera, in apertura di seconda parte, probabilmente a seguito delle voci che giungevano dall'arena di S. Giuliana dove il divo Jarrett si inimicava la città, Locke si è avvicinato al microfono e con fare finto-serio ha detto "ho un messaggio per tutti quelli tra voi che hanno una fotocamera: USATELA! SENTITEVI LIBERI DI FARE TUTTE LE FOTO CHE VOLETE!". A volte basta poco per dare grandi lezioni.

UJ 07 - Keith Jarrett

Triste che, come dice l'organizzatore di UJ, in una stessa persona vonvivano quel modo di suonare e quel carattere.
Il concerto. Bravissimi. Basta. Non parlo più del concerto.
Jarrett è stato anticipato come sempre dal presentatore che ha ricordato a tutti come fosse assolutamente vietato ed inopportuno fare foto -Jarrett per contratto si riserva il diritto di smettere al primo flash-. Non è bastato. Ha avvertito minacciosamente, senza neanche salutare prima, che al primo "asshole" che avesse usato una "fucking camera" lui, Jack e Gary avrebbero immediatamente lasciato "questa città maledetta da dio" (che anche in assenza di spirito laico avrei scritto con la d minuscola a chiarire che Jarrett non ha certo titoli per parlare a nome di una divinità), rimarcando che "il privilegio è nostro, non suo" e che quindi ci conveniva non "aver speso soldi per niente". Non ero seduto ad un posto che avesse reso semplice l'andarsene senza crear danno ad altri, altrimenti l'avrei fatto subito. Sono invece uscito a fine primo tempo. Non andrò più ad un concerto del fenomenale pianista a meno che costui non chiederà scusa, cosa che per ora escludo. L'organizzazione di UJ ha comunicato stamattina che non chiamerà più Jarrett. Lo spero vivamente. Bisogna dare un segnale significativo a questi personaggi, la cui perfezione artistica non può esistere scissa dalla buona educazione. Il pubblico e la città insultati ieri sono gente che paga signori biglietti e un luogo ospitale che ha contribuito a dare fama al pianista, già dal 1974. Per quel che vale la mia opinione è il caso di smettere di andare ai suoi concerti.

martedì 10 luglio 2007

UJ 07 - Stefano Bollani

Istrionico.
Oh.
A posto.
Ho fatto 'sta puntura. Ho detto istrionico a Bollani. Ora posso scrivere, ma questa va detta sempre. Se cercate bollani istrionico su ggogle compaiono duecentocinquantacinque pagine. Mica bruscolini. Quindi Facciamo così: Bollani è sitrionico, e pace.
Poi: concerto particolare, con un'orchestra d'archi (i solisti di Perugia) diretti da Mirko Guerrini e Bollani a far da protagonista di fatto. Fa tutto. Fa jazz, classica, battute, magie, giochetti, grnadissima musica. Eccezionale.
Potrei dire molte altre cose, ma facciamo che è istrionico.

UJ 07 - Enrico Rava Quintet

Serata di gran jazz italiano. L'apertura è per Enrico Rava, ormai leggenda vivente (viventissima) che ha portato a Perugia il suo quintetto, una band con gente che si chiama Andrea Pozza, gran pianista con un luminoso futuro davanti a sé e un presente già evidentemente bello, Gianluca Petrella, straordinario trombonista che il mondo idolatra (date un'occhiata alle classifiche di Downbeat) e che ieri ha come al oslito brillato in personalità, Rosario Bonaccorso, un po' in ombra al contrabbasso forse anche per via di un'acustica che lo ha penalizzato fortemente, e Roberto Gatto, maiuscolo sia come leader il giorno prima sia come coprotagonista qui con Rava. Gran jazz, poco da dire.

lunedì 9 luglio 2007

UJ 07 - Doctror 3

Chi li conosce sa cosa andrà a trovare ascoltando un loro concerto. Chi non li conosce credo possa restare piacevolmente sorpreso dalla qualità di un trio in forma classica jazz che rivisita il pop e lo fa senza distruggere in nome dell'intellettualismo né rifare così com'è l'orginale. Oggi c'è stato spazio per De Gregori, Da Andrè, Bacharach, Red Hot Chili Peppers, Beatles e altro, per un'ora e un quarto di bella musica. Gli equilibri del trio, ormai consolidati da anni, vedono Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli lavorare su armonie e melodie alternandosi spesso nel ruolo di guida del pezzo, mentre Fabrizio Sferra struttura l'intelaiatura ritmica ben più di quanto un batterista possa fare normalmente, disegnando una parte fondamentale del paesaggio sonoro che costituisce le canzoni e l'atmosfera con cui vengono proposte. Nel loro ambito siamo a livelli altissimi.

UJ 07 - Edmar Castaneda

Un trio.
E fin qui...
Jazz.
Eh, beh...
Arpa, trombone e batteria.
Ah.
Castaneda è colombiano, col sorriso colombiano, pantaloni orrendi di cui ometterei la nazionalità se la conoscessi, un'arpa nera con un suono diretto e quasi chitarristico in vari momenti. Parte con un samba, prosegue swingando. Che piacevole sorpresa. Compositivamente piacevole, ma il bello sta soprattutto nel sentire quello strumento stare benissimo in un contesto jazz. Da approfondire.

UJ 07 - Roberto Fonseca

E' grave se lo trovo un po' noiosetto?

UJ 07 - Richard Galliano

Ce l'ho fatta. Ci sono riuscito. Mi è piaciuto un concereto di Galliano. Sono soddisfazioni. Trovo che questo strepitoso esecutore stia alla perfezione quando, come ieri, sposta l'orientamento della sua musica verso una tradizione latino-americana virata jazz piuttosto che all'inverso. Quando il jazz è preponderante vengono secondo me a galla due aspetti: la caratura non mastodontica di Galliano compositore e un certo suonarsi addosso che rende gli assoli involuti. Quando invece come ieri sera c'è un quintetto che si chiama Tangaria le cose vanno diversamente. Tanta energia, una tecnica poderosa, un violinista eccezionale come Alexis Cardenas ed una sezione ritmica di tutto rispetto (soprattutto grazie a Clarence Penn alla batteria) e musica trascinante, composta e fatta di assoli ma in equilibrio. Finalmente.