Ieri ho avuto modo (grazie anche al mitico Andrea Tramonte, molto più che un lettore di Music on TNT) di leggere un articolo pubblicato su corriere.it in cui si parla di musica digitale. Le riflessioni sono di Matteo Amantia Scuderi, voce degli Sugarfree, e... ok, prima leggete.
Avete letto?
Ok.
Dico le mie.
Si continua a parlare di solido contro liquido, di pirateria, di vinile, di sigaretta, di atmosfera. Matteo non è il primo né sarà l'ultimo, quindi non mi riferisco ad una persona in particolare: dico però che si continua a guardare fuori, intorno ad un problema centrale che al più viene sfiorato: quale spazio ha la cultura nella società di oggi?
La musica riflette, nei tempi e nei modi, semmai amplificando la questione, ciò che siamo. Perché mai, ad esempio, toccare un cartone (nello specifico la copertina di un LP) dovrebbe esser correlato e, anzi, vincolato alla qualità nella fruizione di un'opera? Tra pochi anni un futuro assolutamente possibile potrebbe prevedere un pannello a parete su cui è visibile tutto ciò che riguarda la musica che stiamo ascoltando: immagini, credits, testi, spartito e quant'altro, con modalità e fruibilità grandemente superiori a quelle di un (consumabile) cartone. Le memorie dei lettori musicali stanno ormai rendendo via via fattibile l'acquisizione e fruizione di musica non compressa, che su internet comincia ad esser disponibile, come già visto più volte qui, anche a 24 bit e 96 Khz, cioè, avendo la scheda audio adatta (ma ce ne sono già tantissime), una qualità tecnicamente superiore a quella dei CD.
Insomma, la qualità sembra non essere un problema, proprio no.
Pirateria: esiste, è un problema e, va detto sempre con nettezza e senza mezze misure, è illegale e basta; non si deve fare. Punto. Nessuno può lavorare gratis. Il calo di vendite dei CD però non ha cifre spaventose, e chiunque voglia intervistare anche i pirati più incalliti si renderà conto che in moltissimi casi si scarica perché è gratis, non perché non si vedeva l'ora di avere quell'album. Se scaricare non fosse possibile in modo illegalmente gratuito il trasferimento di questi download pirata sul mercato legale non sarebbe per nulla totale, anzi. La cosa peraltro è nota ed evidente.
L'assenza di supporto (a cui mi pare poco... solido porre rimedio passando da un vinile da leggere e di cui aver cura a una chiavetta o ad una SD) sembra rappresentare un altro dei problemi: perché? Mi pare che ci sia piuttosto una sorta di nostalgia per la solidità, nostalgia assolutamente legittima per chi coi "vinili" è cresciuto, si è impolverato i polpastrelli in fantastici negozietti di Roma, Londra o altro in cerca d'introvabili perle da scovare emozionati.
Era fantastico.
Era.
L'era, ora, è un'altra. Una buona fetta degli attuali ascoltatori non ha mai toccato un vinile; perché mai dovrebbe emozionarsene al tatto?
La fruizione del tipo vinile-luci belle-sigaretta è splendida per chi la vuole, e splendida sarebbe una qualunque altra forma di ascolto consapevole, ma il punto è che il grosso della gente ascolta musica nella misura e nei modi in cui la realtà di mercato la guida, e la realtà di mercato vede, per dirne una, una forte componente delle vendite legata a qualcosa che per me è totalmente assurdo: le suonerie, una canzone che ascolteremo per definizione nei suoi primi 10 secondi, ché poi si risponde alla chiamata...
E' impressionante, inquietante, tutto ciò che si vuole; condivido. Il centro della questione però è che la cultura non è più un aspetto fondativo della persona. L'asservimento a denaro, profitti, potere, ecc. ecc. fa sì che la musica come molti altri aspetti della vita divengano non secondari ma, peggio, strumentali al conseguimento di quegli stessi obiettivi lontani dall'essenza delle persone: l'IPod è soprattutto figo, diciamolo, perché un confronto serio prima dell'acquisto su come suoni un lettore piuttosto che un altro non lo fa praticamente nessuno. L'IPod si piazzarebbe in una posizione x, che può essere perfino la prima (ho la mia opinione ma non è importante per ciò che voglio dire), ma che è pressoché irrilevante per la maggior parte degli acquirenti.
La faccio breve, ché sto diventando palloso: prendersela con l'mp3 o con la musica liquida per quello che è un sostanziale, diffuso declassamento della cultura nella vita delle persone è come dire che in strada ci sono i mendicanti perché le elemosine che ricevono sono troppo piccole. Trovo ci sia una confusione tra monte e valle, tra cause ed effetti.
Avrei da scrivere altre 340 righe (ho fatto un conto a spanne ma resto palloso pure quando vado a spanne, vedete?); mi fermo qui e vi lascio alle vostre riflessioni.