Dopo innumerevoli concorsi vinti tra cui il Premio Ciampi e gli inviti al Premio Tenco e al Premio De Andrè esce oggi il disco d'esordio dei Madaus. Un concept album dedicato al tempo in grado di unire cantautorato, tradizione classica e sperimentazione, con la città di Volterra ed il suo manicomio sullo sfondo.
"La macchina del tempo" è il primo album dei Madaus. Un concept album dedicato al tempo, alle mille nature del suo scorrere e ai molteplici effetti del suo arrestarsi. Nel disco d'esordio della band di Volterra, partendo dalla tradizione della musica italiana, il suono acquista nuova vita anche attraverso la rielaborazione di alcuni strumenti, come la batarra (un basso composto con due corde da basso e tre corde della chitarra usato in "Il profumo della notte"), il pianoforte ed il basso preparato. È proprio l'autenticità del suono a caratterizzare le storie della "Macchina del Tempo", basta ascoltare la voce di Aurora che si fa strumento, ora arco ora fiato, ora tromba ora mandola, sposandosi alla perfezione con le melodiose disarmonie del pianoforte di Antonella, la tessitura grave e incalzante del basso di David e le ritmiche di Marzio. Il risultato regala la sensazione di ascoltare qualcosa di unico, figlio dei molteplici percorsi dei quattro musicisti e allo stesso tempo dotato di una spiccata personalità ed originalità.
L'intero progetto nasce proprio dalla sua title track, ispirata dai graffiti che Oreste Nannetti, degente del manicomio di Volterra, incise sulle mura del padiglione Ferri in cui alloggiò diversi anni. "Il profumo della notte" è l'immagine di un detenuto del carcere dell'isola Gorgona che vede al di là del mare nella notte le luci della sua città Livorno, facendo riaffiorare ricordi e rimpianti. La malinconica "In nero e bianco" è l'istantanea di un addio nata sulle note suonate da una pianola a ventola degli anni '60 ritrovata per caso in un vecchio scantinato. Arrivano quindi "Invitango" e il divertissment musicale di "Temp0", che ritrae con ironia il tentativo disperato di nascondere i segni degli anni che passano. Il tempo, vero e proprio filo conduttore dell'album, ritorna ancora in "Pre-potente", che racconta la forza di essere fragili in un "tempo che serve solo a sentire l'età", ed in "Io non so", la critica ad un presente frenetico che ci vuole tutti allo stesso passo, tanto da farci perdere di vista le piccole cose del quotidiano.
"Il nostro lavoro con i Madaus trae spunto da esperienze personali legate al nostro lavoro: musicoterapeuti, insegnanti di musica e operatori nel Carcere di Volterra - racconta Aurora Pacchi, voce della band -. Legati anche da una profonda amicizia, operiamo nella periferia lontana della provincia pisana, condividendo costantemente un contrasto molto singolare di diversità e spazi aperti, di costruzione ed orizzonti lontani, di intensi rapporti sociali e solitudine. "La macchina del tempo" è un lavoro musicale che ruota attorno ad alcuni testi chiave del disco: "La macchina del tempo", "Il profumo della notte", "Temp0", "Io non so", canzoni che affrontano riflessioni sullo scorrere del tempo ma soprattutto raccontano i loro luoghi fisici ed emotivi. Un' isola è un luogo fisico,ma ben altro luogo diventa quando l'isola è un carcere o quando un vasto e verde cortile all'ombra dei pini è l'ingresso dell'ex manicomio criminale di Volterra. Il suono e la musica del lavoro seguono la stessa direzione alternando dinamiche piano – forti senza lasciare il minimo spazio al superfluo cercando, con l'uso di stili musicali diversi, di interpretare al meglio l'ambiente testuale pur mantenendo un impianto arrangiativo azzardatamente minimale e vuoto."
SUL WEB: www.madaus.org
UFFICIO STAMPA: Libellula - press@libellulamusic.it
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