martedì 14 ottobre 2014

Olof Arnalds:

 

 

L'INCANTEVOLE CANTAUTRICE ISLANDESE TORNA CON UN NUOVO DISCO, FRUTTO DI UNA PROFICUA COLLABORAZIONE CON GUNNAR ORN TYNES DEI MUM

 E CON SKULI SVERRISSON, (GIA' AL LAVORO CON LAURIE ANDERSON, RYUICHI SAKAMOTO E BLONDE REDHEAD),

CHE L'HA PORTATA AD ABBASSARE LE PROPRIE BARRIERE EMOTIVE

TRA NUOVI ESPERIMENTI SONORI E LIBERI FLUSSI CREATIVI, IL RISULTATO E' UN ALBUM CHE SI DISCOSTA COMPLETAMENTE COL PASSATO:  UN RITORNO PROFONDAMENTE SENSUALE E TOCCANTE PER LA VOCE MAGICA E FUORI DAL TEMPO DI

ÓLÖF ARNALDS

GUARDA E CONDIVIDI IL VIDEO DI PATIENCE, PRIMO SINGOLO TRATTO DA PALME: 

 https://www.youtube.com/watch?v=nsLQvLk4o10  


Ólöf Arnalds torna con un nuovo disco di studio, il quarto, in uscita il 30 Settembre su etichetta One Little Indian/Audioglobe. A poco più di un anno da Sudden Elevation, Palme è l'essenza di una tra le prove più intense mai affrontate dall'artista, che si denuda delle proprie barriere emotive per un album profondamente sensuale e toccante. Musicalmente Palme esplora suoni mai toccati precedentemente, scostandosi dall'approccio puramente acustico che ha caratterizzato i primi tre album, offrendo così una sorprendente fonte di nuove idee ed esperimenti sonori. 

Sostenuta dalla valida collaborazione di Gunnar Örn Tynes, frontman dei Mùm, e dall'amico di lunga data Skúli Sverrisson, già noto per aver lavorato con Laurie Anderson, Ryuichi Sakamoto e Blonde Redhead, in Palme troviamo una nuova Ólöf Arnalds, in grado di spaziare amabilmente in nuovi territori sonori ed in  nuovi accordi che a tratti riportano alla bossa nova, con quartetti di archi pronti ad esplodere sulla scia della sua graziata voce. Accenni di elettronica e cacofonia robotica che fluiscono tra nuove composizioni e brani di vecchia data, saggiamente rivisitati, portano Ólöf al di fuori della comfort zone che per anni l'ha cullata accompagnandola nei dischi precedenti.

Una nuova prova per quest'artista islandese che, per l'occasione, si mette a nudo ed espone tutta se stessa. Per la prima volta Ólöf scrive, canta, suona e registra simultaneamente, in un flusso di scrittura e composizione completamente libero.  "Skúli, Gunni and I all contributed from our different experience, aesthetic and skills in a very open, straight forward dialogue" afferma Ólöf. "What worked best musically always ended up in the songs, the darlings were killed with no regrets!" 

Più volte la struttura delle canzoni è stata completamente trasformata nella forma e nella melodia durante i sei mesi di gestazione del disco: It took a lot of trust to let my collaborators so far into my musical expression and at times I found it a bit frightening", riconosce Ólöf. "But now when I listen to the record, I feel that the music is no less on my terms than in my previous work. It feels more like out of nowhere, the record I´ve always dreamed of making has become a reality."

L'unica costante col passato è la voce straordinariamente distintiva di Ólöf, una voce che può zittire una stanza piena di gente, tanta ne è la dolcezza. Ed in Palme non è mai stata così toccante, commovente e a tratti struggente.

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