"Tutti a teatro" descrive le difficoltà di un mondo a molti sconosciuto.
Giovani e meno giovani che negli scantinati (quasi a doversi nascondere come i "carbonari"), pensano e realizzano cose fantastiche: Attori che nell'androne di una Parrocchia provano incessantemente uno spettacolo innovativo e laico; Pittori costretti a pagare per vedere esposte le proprie opere in un negozio d'abbigliamento; Poeti alla disperata ricerca di Editore che faticano così tanto che di poetico rimane solo l'impegno; Band in comprovato deficit di danaro ed autostima, ma che pur di suonare percorrono chilometri e chilometri a proprie spese e per il solo amore della musica (c'è anche da dire, però, che spesso il panino è offerto dalla casa)!
Viviamo in un Paese, per antonomasia definito "dell'Arte", che continua a dimostrarsi poco vicino a chi con le proprie capacità e doti vorrebbe camparci.Tra la "gente normale" c'è ancora chi non crede che il musicista o il poeta possa essere un "lavoro" e questo accade mentre la Tv c'imbottisce di format filoamericani e soprattutto mentre in alcuni garage italiani ci sono, ben nascosti, perseveranti e protetti dall'umidità , nuovi De Andrè o Guttuso.
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Fabio Monetti (XXXV)
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